Riforme
Si consolida l'accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi
Secondo le indiscrezioni rivelate da Il Fatto Quotidiano e da WSI, il Patto del Nazareno prevederebbe anche un "veto" su Prodi per il Quirinale
Dopo il giorno di vacanza deciso a sorpresa dall’ufficio di presidenza, il Senato riprenderà lunedì pomeriggio l’esame del disegno di legge sulle riforme costituzionali.
La strada sembrerebbe ormai spianata per il progetto di Matteo Renzi, che può contare su un asse di ferro con Silvio Berlusconi, che gli garantisce una larga maggioranza anche a Palazzo Madama.
Inoltre, l’applicazione del c.d. “canguro” da parte del Presidente Pietro Grasso, ha comportato la decadenza di oltre 6.000 emendamenti, tanto che ormai il traguardo del voto finale entro l’otto di agosto sembra veramente a portata dei mano.
Infatti, ieri il Premier ha dichiarato soddisfatto che “sulla riforma costituzionale si va avanti più spediti di quanto si pensasse”. Renzi ha poi affrontato anche il tema della legge elettorale (italicum), ribadendo l’importanza dell’incontro con Berlusconi che si dovrebbe tenere nella giornata di martedì.
Il Presidente del Consiglio ha sottolineato che “è importante che (ndr : Berlusconi) stia al tavolo della riforma elettorale, come è stato a quello della riforma costituzionale. Questo è un elemento di serietà del sistema”, aggiunge, “sarebbe un segnale importante”.
Intanto, Beppe Grillo dal suo blog continua ad attaccare pesantemente il Presidente della Repubblica, il Premier e Silvio Berlusconi, dichiarando che “gli italiani hanno il sacrosanto diritto di sapere e i giudici di indagare sui colloqui privati del trio Napolitano-Renzi-Berlusconi, dato che riguardano il futuro della Nazione”.
Il Fatto Quotidiano, con un articolo a firma di Fabrizio Esposito -ripreso anche da Wall Strett Italia-, ha attaccato con estrema durezza l’accordo tra il Presidente del Consiglio ed il leader di Forza Italia, sostenendo che il c.d. “Patto del Nazareno” prevederebbe non solo l’intesa sulle riforme costituzionali, sulla legge elettorale e sulla Giustizia; ma anche la garanzia -richiesta espressamente dall’uomo di Arcore in riferimento all’elezione del sostituto di Giorgio Napolitano- che “in nessun caso, durante la trattativa, dovrà essere fatto il nome di Romano Prodi”.
L’indiscrezione, fino a questo momento, non è stata smentita, ma va segnalato che, interpellato in merito, l’ex Premier Romano Prodi ha tranquillamente dichiarato di “non essere affatto sorpreso”.
Moreno Morando
(3 agosto 2014)
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