Riforme
Renzi incontra Berlusconi a Palazzo Chigi
Il Patto del Nazareno ha consentito all'ex Premier di giocare da protagonista la partita delle riforme. Ora tocca alla legge elettorale.
Come era ampiamente previsto il Senato ha votato la fiducia, richiesta per il Governo dal Ministro Boschi sul “decreto legge P.A.”, con 160 voti a favore e 106 contrari. Da segnalare che il senatore a vita Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica nel 1984, ha votato contro. Il provvedimento ritorna ora alla Camera, viste le modifiche apportate rispetto al testo approvato a Montecitorio. Il decreto dovrà essere convertito entro il 23 agosto.
Sempre al Senato è proseguito anche l’esame del disegno di legge sulle riforme costituzionali, ormai in dirittura d’arrivo. In particolare, si segnala l’approvazione dell’art. 18, che riserva alla sola Camera dei Deputati la competenza in materia di amnistia e indulto. Il Premier con ogni probabilità interverrà in Aula nella giornata di giovedì.
In ogni caso, l’attenzione di Matteo Renzi si è ormai spostata sulla legge elettorale. Oggi ha visto il leader del Nuovo Centrodestra e Ministro dell’Interno Angelino Alfano, che gli ha rappresentato la contrarietà del suo partito al contenuto del provvedimento approvato alla Camera (italicum), soprattutto per quello che riguarda la soglia di sbarramento, ritenuta troppo alta, e le liste bloccate (il NCD vorrebbe le preferenze).
La novità del giorno, però, è la conferma del nuovo incontro fissato per oggi, mercoledì, a Palazzo Chigi tra il Premier e Silvio Berlusconi, per rinsaldare l’alleanza sulle riforme che finora ha retto bene al Senato e concordare alcune modifiche alla legge elettorale, detta “italicum”.
Il leader di Forza Italia ha già dato il via libera all’abbassamento della soglia di sbarramento per i partiti coalizzati, che dovrebbe passare dall’8 al 4%; mentre non intenderebbe acconsentire alla modifica della soglia per chi si presenta da solo (ora fissata al 4,5%), richiesta espressamente da Alfano.
Va subito detto, peraltro, che se queste indicazioni venissero confermate, ci si troverebbe nella bizzarra condizione di avere una soglia di sbarramento per i partiti coalizzati più bassa di quella prevista per le forze politiche singole.
Berlusconi sarebbe, inoltre, intenzionato a chiedere l’innalzamento della soglia minima per ottenere il premio di maggioranza, che passerebbe dal 37 al 40%. Da quanto si sa, Renzi sarebbe d’accordo anche su questa ipotesi. Quanto alle preferenze, l'ipotesi concordata sarebbe quella che le prevede, ma con il capolista bloccato.
A questo proposito, viene segnalato un certo nervosismo all’interno del NCD, che non gradisce il ruolo sempre più centrale che sta assumendo l’ex cavaliere in questa fase. In particolare, ci sarebbe la preoccupazione che l’intesa Renzi-Berlusconi, nonostante le continue smentite, possa allargarsi anche alla materia economica.
Moreno Morando
(5 agosto 2014)
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