Governo
Rischio ingorgo parlamentare per il Governo Renzi
Riforme a rilento per il Governo a causa del cosiddetto ingorgo parlamentare. Per convertire in legge i decreti serve più tempo e il rimpallo fra commissioni e aula, con innumerevoli emendamenti presentati rischia di rallentare la spinta riformista.
Il Governo Renzi rischia di dover affrontare il temuto ingorgo parlamentare. Nonostante i tempi serrati previsti dal Premier per l'approvazione delle riforme, le Camere e il complesso gioco di rimpallo fra commissioni ed aula, rischiano di far slittare i provvedimenti con i quali il Governo intende accrescere la propria credibilità in Europa.
Ad oggi dei 51 decreti di iniziativa governativa approvati nel corso di questa legislatura solo 35 sono stati convertiti in legge. Solo per il testo delle riforme istituzionali sono stati presentati 1.700 emendamenti attualmente all'esame del Senato. Il voto è previsto che slitti di qualche settimana. Intanto ecco riassunti i principali provvedimenti in fase di approvazione secondo le stime del Sole 24 Ore.
Riforma della Pubblica Amministrazione - Il decreto legge varato da Marianna Madia era stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 giugno scorso. E' entrato in vigore il giorno dopo, quando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ma deve essere convertito in legge entro il 24 agosto. Attualmente è all'esame della Commissione Affari Costituzionali della Camera in prima lettura con circa 1.500 emenamenti. La data per il suo approdo a Montecitorio è già slittata due volte. Non va meglio per il DDL delega (quello che introduce gli uffici territoriali dello Stato per accorpare prefetture e sedi periferiche delle amministrazioni centrali) approvato in Cdm giovedì scorso: l'iter parlamentare non comincerà prima di settembre.
Decreto competitività - L'iter di conversione in legge del decreto competitività, quello cioè che introduce un credito d'imposta per investimenti incrementali in beni strumentali, semplificazioni per la quotazione delle Pmi, nonchè il pacchetto energetico che punta a ridurre di circa il 10% il peso della bolletta energetica sulle Pmi e incentivi temporanei all'assunzione di giovani lavoratori agricoli e il credito d'imposta per il commercio elettronico delle imprese agricole, è iniziato al Senato, con l'esame delle commissioni Industria e Ambiente. Solo all'inizio della prossima settimana dovrebbero essere votati gli emendamenti sui punti più importanti. Intanto, la commissione Bilancio ha mosso una serie di rilievi.
Delega sul lavoro - Il Ddl numero 1428 che contiene una delega sul riordino degli ammortizzatori sociali, la creazione di un'Agenzia nazionale per l'impiego, la semplificazione delle procedure e degli adempimenti legati alla costituzione e gestione dei rapporti di lavoro, il riordino delle forme contrattuali con la sperimentazione di ulteriori tipologie per favorire l'inserimento nel mondo del lavoro, come il contratto a tutele crescenti, la tutela della maternità e la conciliazione dei tempi e di vita e di lavoro, è fermo in commissione Lavoro del Senato. Sono stati votati gli emendamenti a cinque articoli accantonando l'articolo 4, in attesa di trovare una posizione comune sul contratto a tutele crescenti. Deve essere fissata una riunione tra i capigruppo della maggioranza e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per trovare una posizione comune prima del voto in commissione. L'obiettivo del Governo e della maggioranza è quello di concludere entro luglio l'approvazione del Ddl delega da parte del Senato, ma non si esclude un possibile slittamento a settembre. Poi si dovrà passare alla Camera. Per l'esercizio delle cinque deleghe il governo ha sei mesi di tempo.
La riforma del Senato - Il Ddl Boschi-Delrio che abolisce il Senato elettivo è in discussione in aula di Palazzo Madama in prima lettura. Nonostante i quasi 8mila emendamenti presentati, il testo dovrebbe essere approvato in Senato entro la pausa estiva. Trattandosi di un Ddl costituzionale, occorre una doppia lettura da parte di entrambe le Camere inframmezzata da una pausa di tre mesi. Se anche il sì della Camera avverrà a settembre senza modifiche, il via libera definitivo non ci sarà prima di gennaio 2015. Se il Ddl non sarà approvato in seconda lettura con i 2/3 dei voti si dovranno attendere tre mesi per dare modo ai soggetti interessati (un quinto dei parlamentari o 500mila cittadini) di chiedere il referendum confermativo. E altri 5 mesi per celebrarlo.
L'art bonus - Il decreto che punta al rilancio della cultura e del turismo utilizzando in particolare l'arma delle agevolazioni fiscali ha incassato il via libera della Camera lo scorso 9 luglio, senza voti contrari e senza bisogno di ricorrere alla fiducia (285 sì e 159 astenuti). Ora è all'esame della commissione Cultura del Senato. Sul provvedimento la maggioranza è compatta e anche le opposizioni non sembrano intenzionate a ostacolarne il percorso. L'unico nodo sono i tempi stretti visto che c'è tempo fino al 31 luglio per convertirlo.
Tributi e catasto - La legge 23/2014 tocca la gran parte delle questioni irrisolte del fisco italiano, dalla revisione del Catasto dei fabbricati alle norme per la stima e il monitoraggio dell'evasione e il riordino dell'erosione fiscale, dalla disciplina dell'abuso del diritto e dell'elusione fiscale alla cooperazione rafforzata tra amministrazione finanziaria e imprese, con particolare riguardo al tutoraggio. Senza trascurare la semplificazione fiscale e la revisione del sistema sanzionatorio, il rafforzamento dell'attività conoscitiva e di controllo, la revisione del contenzioso tributario e della riscossione degli enti locali, la revisione dell'imposizione sui redditi di impresa e la previsione di regimi forfetari per i contribuenti di minori dimensioni e la razionalizzazione della determinazione del reddito d'impresa e delle imposte indirette; la disciplina dei giochi pubblici oltre alle nuove forme di fiscalità ambientale. Il decreto è arrivato solo lunedì alle commissioni Finanze e Tesoro del Senato e Finanze della Camera. La prossima settimana la commissione Finanze del Senato completerà le audizioni di associazioni e Ordini. Il parere arriverà tra il 29 e il 31 luglio.
Francesco Colafemmina
(18 luglio 2014)
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