Reati fiscali
La Procura cerca d'inchiodare Apple
Mentre Equitalia insegue commercianti, artigiani e piccoli imprenditori il colosso di Cupertino "eluderebbe" legalmente il fisco italiano.
Apple Italia ed Apple retail Italia hanno versato nel 2013 circa 8 milioni di euro al fisco italiano. Una percentuale irrisoria rispetto al giro d'affari stimato in Italia per il colosso di Cupertino: circa 2 miliardi di euro l'anno. Intorno ai 300 milioni di euro, invece, le vendite dei negozi Apple italiani nel 2013, con utili dichiarati di soli 2,5 milioni. Questo perché le controllate italiane della Apple pagano 220 milioni di euro di costi alla Apple Irlanda, società che grazie ad un accordo fiscale con lo stato irlandese, paga sugli utili un'aliquota inferiore al 2%.
In questo modo viene legalmente "aggirato" il sistema fiscale italiano. Un meccanismo sul quale indaga da un anno la procura di Milano che ha iscritto nel registro degli indagati due manager dell'azienda, con l'accusa di dichiarazione fraudolenta dei redditi. Una evasione stimata fra il 2009 e il 2012 attorno ad 1 miliardo di euro dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Adriano Scudieri.
Per Apple non si tratta della prima accusa di elusione fiscale. Già nel maggio del 2013 il Congresso statunitense interrogò il CEO di Apple, Tim Cook, riguardo l'accusa di aver evaso circa 74 miliardi di $ di tasse. Un'accusa caduta poi nel dimenticatoio, grazie anche al parere della SEC (l'ente federale di controllo della borsa) secondo cui Apple non avrebbe violato le norme federali nella sua struttura fiscale. Di certo, il gruppo della sylicon valley vanta oggi un patrimonio di 160 miliardi di $ costruito su un sistema fiscale, molto semplice ed anche molto efficace nell'aggirare i sistemi fiscali di mezzo mondo. Apple Irlanda infatti acquista tutti i componenti dei prodotti tecnologici aziendali e li invia in Cina per l'assemblaggio. I prodotti vengono così "virtualmente" passati alla società irlandese che si occupa della loro vendita presso le varie società nazionali, lasciando a queste ultime un piccolo margine operativo, lo stretto necessario per far andare avanti la rete commerciale. Il grosso dei profitti resta così nella società irlandese e visto che il fisco irlandese è basato sulla territorialità, Apple non paga l'aliquota del 12,5% prevista per i profitti realizzati dalla vendità in Irlanda, ma un'aliquota di favore dovuta ai suoi profitti su vendite internazionali. In questo modo la multinazionale statunitense finisce per pagare solo il 2% di tasse su tutte le vendite effettuate nel mondo.
A questo aspetto andrebbe aggiunto quello relativo alle condizioni di lavoro nella Foxconn, la società cinese che assembla i prodotti Apple, tristemente nota per i numerosi casi di suicidio e per i ritmi lavorativi ai limiti dello sfruttamento. Ma oggi che la mela è diventata il marchio mondiale più noto, superando persino la Coca Cola, diventa sempre più difficile spiegare ai consumatori di mezzo mondo su cosa si fonda il successo della creatura di Steve Jobs.
Francesco Colafemmina
(11 maggio 2014)
© RIPRODUZIONE CONSENTITA Italian Open Data License 2.0
(indicazione fonte e link alla pagina)
DIVENTA FAN DEL QUOTIDIANO DELLA P.A.
Follow @quotidianopaComunicato Importante Selezione Docenti Accademia della P.A.
La Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, in vista dell’apertura delle sedi dell’Accademia della PA in tutto il territorio nazionale, ricerca e seleziona personale per singole docenze in specifiche materie delle Autonomie locali da svolgersi presso le Accademie della PA e per le attività di assistenza nelle procedure complesse nei Centri di Competenza.
Newsletter Quotidiano della P.A.
Incorpora le Notizie del QPA
Inserisci sul sito del tuo Ente, sul tuo sito o sul tuo blog, le ultime notizie pubblicate dal Quotidiano della P.A.
Accedi all'interfaccia per l'inserimento cliccando sul pulsante di seguito: