Da "Mare Nostrum" a "Triton"
Alfano e Pinotti annunciano l'avvio della missione UE per i migranti
La Commissione dell'Unione Europea, tuttavia, ha chiarito che l'operazione UE "Triton" non sostituisce "Mare Nostrum" e che l'Italia dovra' continuare a fare sforzi.
Il Ministro dell’Interno Angelino Alfano e quello della Difesa Roberta Pinotti, hanno annunciato la fine o, meglio, la “trasformazione” della missione “Mare Nostrum” in una sua versione ridotta per due mesi. Per la precisione, Pinotti ha dichiarato che, per due mesi, cioè fino alla fine dell’anno, con una spesa di circa tre milioni di euro al mese, “l’Italia continuerà a mantenere in zona una grossa nave a Lampedusa e tre altre imbarcazioni più piccole per il pattugliamento”.
Mare Nostrum (in versione “integrale”) è durata un anno e, secondo i dati forniti da Alfano, ha consentito di portare soccorso in mare a 100.150 persone, “in grandissima parte profughi, non migranti economici, salpati dalle coste della Libia”. Inoltre, sempre sulla base dei dati messi a disposizione dal responsabile del Viminale, “ha consentito l’arresto di 728 scafisti ed il sequestro di otto navi-madre”. Nello stesso periodo, altri 499 migranti sono morti, mentre altri 1.446 risultano dispersi.
Alfano e Pinotti hanno evidenziato che ora sarà una flotta UE a pattugliare le acque del Mediterraneo centrale. “Mare Nostrum” aveva preso il via dopo l’affondamento, nell’ottobre 2013, di una nave di migranti che aveva provocato la morte di 366 persone. La decisione del Governo italiano di porre fine a questa missione -con un periodo di “affiancamento” all’ operazione dell’Unione Europea denominata “Triton”- è stata fortemente criticata da Amnesty International e da altre organizzazioni ed associazioni con scopi umanitari, secondo le quali, in questo modo, si correrebbe il rischio di far aumentare il numero delle vittime fra coloro che rischiano la vita per cercare di raggiungere le coste del continente europeo.
Alfano, a questo proposito, ha chiarito che si provvederà, comunque, a soccorrere chi chiederà aiuto per un’emergenza in mare; precisando, altresì, che la missione non potrà coprire tutto il tratto di mare a suo tempo garantito da “Mare Nostrum”, “cioè fino alle coste africane”. Il Ministro dell’Interno e leader del NCD, ha evidenziato che la missione si limiterà allo spazio all’interno delle 30 miglia nautiche dalle coste italiane e nelle aree c.d. di “search and rescue” (ndr: ricerca e salvataggio) di competenza italiana.
Le associazioni “umanitarie” fanno il loro “mestiere”, quando richiamano l’attenzione sui pericoli di una diminuzione del livello di pattugliamento al fine di soccorrere i migranti. Il problema è che la protesta non dovrebbe essere rivolta verso il Governo del nostro Paese. La missione “Mare Nostrum”, infatti, è stata organizzata e finanziata interamente dall’Italia, nel disinteresse generale (a parte tanti bei discorsi di circostanza) e, in particolare, delle Organizzazioni che più di ogni altra si dovrebbero interessare di questi eventi drammatici. La missione ci è costata 9,6 milioni al mese, con l’impiego di almeno 5 grandi navi.
L’Unione Europea e l’ONU si sono limitate a mandare i loro rappresentanti a porgere le condoglianze e a promettere cose che poi non hanno mai avuto seguito. Per queste considerazioni, le critiche rivolte al Governo italiano per la diminuzione dell’impegno di “Mare Nostrum”, in occasione dell’inizio dell’operazione “Triton”, appaiono, quantomeno, ingenerose.
E’ vero, semmai, che la questione continua a sollevare polemiche e a scatenare dure reazioni anche nel confronto politico interno, con la Lega e Fratelli d’Italia che parlano di “presa in giro” da parte dell’Unione Europea e Forza Italia che esprime perplessità. In effetti, la Commissione UE nei giorni scorsi ha diffuso un comunicato, precisando che “Triton non sostituirà Mare Nostrum”.
Secondo la UE, l’Italia dovrebbe “continuare a fare sforzi sostanziali utilizzando mezzi nazionali, pienamente coordinati con l’operazione Frontex, al fine di gestire la situazione lungo i confini esterni”. All’operazione “Triton” parteciperanno 21 Paesi, con quattro aerei, un elicottero, quattro navi che opereranno in alto mare, una per il pattugliamento delle coste e due guardiacosta. Il budget a disposizione è di 2,9 milioni al mese; che sembrerebbe assolutamente insufficiente, se paragonato all’impegno profuso dal nostro Paese nell’ultimo anno.
Come se non bastasse, da quello che si è capito fino a questo momento, le persone che saranno salvate in mare, saranno comunque assegnate all’Italia per le procedure di accoglienza, con un “carico di prima accoglienza” che, secondo alcuni esperti, rischia di essere ancora più gravoso e rischioso in termini di sicurezza, anche dal punto di vista sanitario.
Moreno Morando
(3 novembre 2014)
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