Trattamento di fine rapporto
Il Presidente di Confindustria Squinzi: "sono contrario al tfr in busta paga"
Il leader degli industriali italiani ha fatto presente che la misura toglierebbe alle imprese circa 10-12 miliardi di liquidita'.
Matteo Renzi è andato ad Assisi per le celebrazioni nell’ambito della festa di S. Francesco, co-patrono d’Italia, dopo la mini-contestazione di Ferrara, peraltro ampiamente amplificata dai media. Dall’Umbria ha ricordato che in Italia ci sono ancora molte cose da riparare, a cominciare dal sistema del lavoro.
Gli ha indirettamente risposto da Napoli, al forum della piccola industria, il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, ricordandogli che il problema “non è solo l’art. 18”. Secondo il leader degli industriali italiani bisogna affrontare “il problema lavoro nella sua complessità e nella sua interezza”.
Per Squinzi è necessario “riformare radicalmente i meccanismi che si occupano del mercato del lavoro, di un moderno ed efficiente incontro tra domanda e offerta”. Il numero uno di Confindustria ha poi riconosciuto che “a chi ci governa il coraggio non difetta. E’ una dote che apprezzo. Perciò non ci sottrarremo mai a una collaborazione con il Governo”.
La parte più consistente del suo intervento, tuttavia, Giorgio Squinzi l’ha dedicata alla proposta del Presidente del Consiglio di mettere il tfr (trattamento di fine rapporto) in busta paga, precisando subito che questa proposta non va bene agli industriali. “L’unico reale beneficiario di questa operazione sarebbe il Fisco”, ha aggiunto il leader di Confindustria; “l’ipotesi sul tfr in busta paga fa sparire con un solo colpo di penna 10-12 miliardi per le imprese italiane; se questa è la strada che si intende seguire la risposta è semplice. Ce l’ho già oggi : no”.
A Giorgio Squinzi ha immediatamente risposto il viceministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda, assicurando che se per anticipare il trattamento economico di fine rapporto ci sarà un qualunque peso per le piccole e medie imprese, l’Esecutivo eviterà di procedere in questo senso.
In effetti, nei giorni scorsi, il Premier aveva ipotizzato l’istituzione di un tavolo con imprese e banche per favorire il credito alle aziende, sulla scia di tutte le mosse in questo senso già fatte dalla Banca Centrale Europea, guidata da Mario Draghi.
Tuttavia, al momento si sono dichiarati contrari al progetto di pagare subito il tfr ai lavoratori, sia i rappresentanti delle imprese, sia i sindacati. Da alcuni sondaggi, invece, risulta che la grande maggioranza degli italiani sarebbe favorevole ad un intervento di questo tipo, che secondo Matteo Renzi potrebbe favorire l’aumento dei consumi e, quindi, la crescita del Pil.
Moreno Morando
(5 ottobre 2014)
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