Consiglio dei Ministri
L'apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura rientra tra i servizi pubblici essenziali
In questo modo la materia sarà disciplinata dalla Legge 146/1990 sull'esercizio del diritto di sciopero. Approvata anche la Nota di Aggiornamento al DEF.
Il Consiglio dei Ministri, nella seduta di venerdì 18 settembre 2015, si è occupato, tra l’altro, di due importanti questioni.
PATRIMONIO STORICO E ARTISTICO ITALIANO
Misure urgenti per il patrimonio storico e artistico della Nazione (decreto legge)
L’Esecutivo ha approvato, su proposta del Ministro dei beni e attività culturali e del turismo Dario Franceschini, il decreto legge contenente misure urgenti per il patrimonio storico-artistico della Nazione.
Il testo è composto da un unico articolo e chiarisce che l’apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura rientra tra i servizi pubblici disciplinati dalla legge 146 del 1990 sull'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.
L’intervento legislativo si è reso necessario ed urgente alla luce del ripetuto verificarsi di episodi che hanno impedito la continuità del servizio pubblico di fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione.
Un’iniziativa che è stata auspicata anche dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
NOTA DI AGGIORNAMENTO AL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2015
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro dell’economia e delle finanze Pietro Carlo Padoan hanno presentato al Consiglio dei ministri la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Def) 2015. Il Consiglio dei ministri ha approvato la Nota che sarà quindi trasmessa al Parlamento.
La Nota di Aggiornamento al Def modifica il quadro di finanza pubblica rispetto a quello del documento programmatico presentato ad aprile scorso, e costituisce un passaggio propedeutico alla definizione della legge di Stabilità e quindi del Draft Budgetary Plan da presentare alle istituzioni europee entro il prossimo 15 ottobre.
I nuovi obiettivi di finanza pubblica sono coerenti con la volontà del governo di rafforzare e accelerare la crescita economica, favorire la creazione di posti di lavoro, promuovere gli investimenti, ridurre il carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese, secondo un piano pluriennale avviato nel 2014 (con gli 80 euro in busta paga ai lavoratori dipendenti a reddito medio basso), continuato nel 2015 (con la cancellazione della componente lavoro dell’Irap) e che proseguirà fino al 2018.
Data la necessità di assicurare contestualmente il controllo della finanza pubblica e quindi la diminuzione dell’indebitamento delle pubbliche amministrazioni (pari al 3,0% del PIL nel 2014, stimato in calo al 2,6% nel 2015 e al 2,2% nel 2016), le misure di stimolo all’economia saranno in parte finanziate da risparmi di spesa attraverso una operazione selettiva che dovrà essere finalizzata ad una più efficace allocazione delle risorse nel settore pubblico.
Vengono riviste al rialzo, per la prima volta dal 2010, le stime di crescita del prodotto interno lordo: in aumento dello 0,9% nel 2015 e dell’1,6% nel 2016 (rispettivamente contro lo 0,7% e 1,4% stimato ad aprile).
Per il 2016 è confermato l’inizio della traiettoria di riduzione del rapporto debito pubblico/PIL, per la prima volta dopo 8 anni di crescita. Rispetto al quadro tendenziale (che si definisce a legislazione vigente) il rapporto deficit/PIL programmatico mostra una traiettoria in discesa più graduale perché il governo intende rafforzare la crescita al fine di accelerare l’aumento dell’occupazione e per evitare che l’indebolimento dell’economia internazionale abbia conseguenze sul nostro Paese.
La maggiore gradualità del consolidamento di bilancio è consentita dai trattati europei, come specificato dalla Commissione europea con la propria comunicazione sulla flessibilità del 13 gennaio scorso.
Per saperne di più:
vai al testo integrale del Comunicato di Palazzo Chigi
Fonte: Governo
Moreno Morando
(19 settembre 2015)
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