Corte di Cassazione
Peculato con l'appropriazione delle somme incassate dall'A.C.I. per tasse automobilistiche e tesseramento
L'Automobil Club é ente pubblico non economico.
Nella vicenda giunta innanzi alla Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione si controverte della legittimità della condanna per il reato di peculato continuato al soggetto che si appropria di somme incassate presso l'Automobile Club per tasse automobilistiche, tessere socio A.C.I., licenze CSAI.
Più precisamente, con la sentenza depositata in data 18 dicembre 2020 la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso con il quale il ricorrente sosteneva la qualificazione delle attività di natura privata dell'A.C.I., di guisa che erroneamente sarebbero state ravvisate funzioni pubbliche con corrispondente attribuzione al ricorrente della veste di incaricato di pubblico servizio anche con riguardo all'appropriazione di somme provenienti da tesseramento dei soci.
Di tutt’altro avviso é la Cassazione che, per contro, ha espressamente richiamato il consolidato orientamento giurisprudenziale che considera l'A.C.I. ente pubblico non economico.
Tale ente è investito della realizzazione di finalità pubbliche sulla base di norme di diritto pubblico, che contemplano lo svolgimento di specifiche funzioni, tra le quali rientra la riscossione delle tasse automobilistiche e il corrispettivo delle licenze CSAI.
Aggiunge la Corte che la stessa esistenza in vita dell'ente riflette un interesse pubblico, anche se interferente con relazioni ricadenti di per sé nella sfera del diritto privato, e che dunque lo svolgimento di funzioni a ciò strettamente connesse non può non essere correlato a quella dimensione di rilievo pubblicistico.
Da ciò consegue che il soggetto che per conto dell'ente è investito di siffatto genere di funzioni, non riducibili a mere mansioni d'ordine, riveste la qualità di pubblico ufficiale, ove ricorrano gli altri elementi distintivi previsti dall'art. 357 codice penale, o almeno la qualità di incaricato di pubblico servizio.
In particolare, deve osservarsi che l'attribuzione unitaria ad un funzionario dei compiti inerenti alla riscossione e alle funzioni strettamente correlate, che ineriscano a finalità di rilievo pubblicistico, vale a qualificarlo almeno come incaricato di pubblico servizio: corrispondentemente il soggetto incaricato dell'incasso dispone di tali somme per ragione del proprio ufficio o servizio e dunque, appropriandosene, commette il delitto di peculato.
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Paolo Romani
Fonte: Massimario G.A.R.I.
La Direzione
(13 gennaio 2021)
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