Enti Locali
Amministratori sotto tiro
La mappa delle minacce
Incendio dell'auto e dell'abitazione, lettera con minacce, proiettili recapitati, bombe carta e molotov queste ed altre le intimidazioni a sindaci e funzionari pubblici.
Il rapporto redatto dall'associazione Avviso Pubblico è online da poche settimane e contiene cifre allarmanti.
Ben 351 gli atti di intimidazione censiti nello scorso anno ai danni di sindaci e funzionari delle amministrazioni locali. E questi sono soltanto i fatti di cui si è venuti a conoscenza consultando una molteplicità di fonti di stampa, sia nazionale che locale.
Rispetto al 2010, anno in cui è stato redatto il primo Rapporto, si registra un aumento del 66% dei casi, che risulta distribuito tra 18 regioni, 67 province e 200 comuni.
Il fenomeno delle minacce e delle intimidazioni verso sindaci, assessori, consiglieri comunali, provinciali e regionali si è registrato prevalentemente nelle regioni del Mezzogiorno dove è stato censito l’80% dei fatti rilevati. Non deve tuttavia sfuggire all’attenzione anche l’aumento dei casi nelle regioni del Centro Italia (8,3%del totale), in particolare nel Lazio – dove si passati dai 5 casi del 2010 ai 15 casi del 2013, facendo registrare un aumento superiore al 60% e ponendo la regione sesto posto a livello nazionale – e l’entrata in classifica della Toscana. Quest’ultima regione, che per il 2013 si colloca nono posto della classifica nazionale (8 casi), non era presente nel rapporto del 2010. Nelle regioni del Nord Italia, si registra il 12%del totale dei casi censiti e si segnalano atti di intimidazione e di minaccia in Emilia Romagna – che si colloca al settimo posto a livello nazionale con 10 casi – in Veneto – che si colloca al settimo posto a livello nazionale con 9 casi – in Lombardia e Piemonte, che si collocano a pari merito, al nono posto, entrambe con 8 casi.
Il triste primato della Puglia
Per il 2013 la Puglia, con il 21% dei casi censiti – pari a 75 casi – supera quello che negli anni precedenti era stato il primato della Calabria, la quale, tuttavia si 3 colloca al terzo posto, con il 19% dei casi, preceduta dalla Sicilia, con il 20% dei casi. In Puglia – che nel 2010 si collocava al quarto posto a livello nazionale con 11 casi – gli atti intimidatori e di minaccia verso amministratori locali e personale della pubblica amministrazione si sono registrati nel 13% dei comuni presenti nella regione, mentre per quanto riguarda la Sicilia e la Calabria, i dati corrispondenti sono pari, rispettivamente, al 9% e 8%. A livello provinciale, il maggior numero di atti intimidatori e di minaccia è stato registrato nelle province di Palermo (25 casi), Cosenza (23 casi), Taranto e Messina (18 casi), Foggia (17 casi).
I soggetti minacciati e la tipologia delle intimidazioni
I soggetti colpiti da intimidazioni e minacce sono prevalentemente gli amministratori locali (71% dei casi), in particolare sindaci, consiglieri comunali e presidenti di consigli comunali, seguiti da funzionari pubblici (17% dei casi), responsabili degli uffici tecnici, comandanti e agenti di Polizia municipale, dirigenti del settore rifiuti e sanità.
Analizzando i dati e le situazioni, si evince che la maggior parte delle minacce e delle intimidazioni sono dirette (77% dei casi) e in misura inferiore (23% dei casi), possono essere definite indirette, nel senso che colpiscono non la persona oggetto di intimidazione ma le strutture pubbliche (62% dei casi), mezzi pubblici (27% dei casi) e, nei casi più gravi, anche i parenti e i familiari più stretti. Dalle analisi appare che le intimidazioni e le minacce hanno un carattere sia punitivo che preventivo. Infatti, non vengono colpiti solo gli amministratori in carica, ma anche ex amministratori (5% dei casi), esponenti di forze politiche (4% dei casi) e candidati a ricoprire un incarico politico (3% dei casi).
E' stato inoltre rilevato che le minacce dirette più frequenti sono: l’incendio dell’automobile di proprietà (24% dei casi), la lettera con minacce (13% dei casi) – anche via mail o Facebook – la lettera con minacce e proiettili (12%dei casi),
l’incendio dell’abitazione o di altre proprietà (5% dei casi), l’uso di esplosivi (4% dei casi, in particolare l’uso di bombe carta, bombe molotov, petardi, ordigni rudimentali e, in 4alcuni casi, di veri e propri ordigni), lo sparo di colpi di arma da fuoco alle abitazioni e alle auto di proprietà (4% dei casi) e, da ultimo, l’aggressione fisica (3%).
Le minacce indirette più frequenti sono, invece, l’incendio di mezzi pubblici (in particolare mezzi per raccolta dei rifiuti, auto della Polizia municipale, auto in uso all’amministrazione, scuolabus), di strutture pubbliche (scuole, uffici comunali, sedi della Polizia municipale e, persino, un’aula consigliare), l’incendio di discariche di rifiuti e, da ultimo, danni e furti all’interno di uffici pubblici, in particolare comunali.
Questi dati oggettivamente preoccupanti, dimostrano - ha affermato il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà -: "che gli amministratori non possono e non devono essere lasciati soli, vanno protetti e tutelati, rappresentano un presidio di legalità concreto sul territorio".
Francesco Colafemmina
(5 maggio 2014)
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