Redditometro
20.000 lettere di Equitalia viaggiano verso i contribuenti
Con l'invio delle prime contestazioni parte il meccanismo del redditometro entrato in vigore nel 2012.
Mentre la crisi sembra non risparmiare alcun settore, Equitalia provvede ad attivare il complesso sistema di contestazioni di presunta evasione fiscale previsto dal redditometro. Si parte con l'anno fiscale 2009. Il redditometro entrato ufficialmente in vigore nel 2012 misura entrate e uscite del contribuente, grazie all'accesso a numerose banche dati da parte dell'Agenzia delle Entrate. Laddove gli algoritmi del programma di calcolo indichino un "rischio evasione", parte la contestazione da parte del fisco. Il contribuente è quindi convocato presso gli uffici di Equitalia ed è tenuto a dimostrare la natura delle incongruenze segnalate dal sistema.
In sostanza, il Fisco individua per ogni contribuente un lifestage (il tenore di vita) che viene comparato con i redditi che dichiara. Due gli strumenti di cui si serve il redditometro. L’Anagrafe tributaria che contiene tutte le spese certe effettuate dal cittadino (nel database ci sono anche le dichiarazioni dei redditi, la proprietà di immobili o di mezzi di trasporto) e l’Anagrafe dei rapporti finanziari, nuovo strumento informatico che fornisce dati sui conto correnti (saldo, movimentazioni totali accredito-addebito, conto titoli, investimenti).
Un meccanismo che affida dunque al calcolo di un programma l'accusa di "presunta evasione" nei riguardi del contribuente che è tenuto pertanto a difendersi non da una specifica contestazione, bensì dall'essere finito, secondo il software dell'Agenzia, in una fascia di rischio. Va da sé che le 20.000 lettere di contestazione inviate da Equitalia, meno delle 35.000 inizialmente stimate, si basano su un criterio che capovolge i ruoli, dato che il contribuente è invitato a dimostrare la propria non colpevolezza. Una volta ricevuta la comunicazione, infatti, il contribuente dovrà prepararsi a sostenere un contraddittorio in cui dovrà giustificare le spese che l’Agenzia delle Entrate ritiene incongrue. Con la missiva il Fisco chiederà al cittadino, in riferimento all’anno 2009, di presentare le giustificazioni delle spese certe e degli investimenti. Verrà inoltre chiesto di indicare i saldi iniziali e finali dei propri conti bancari e postali del 2009.
Si stima che numerose contestazioni colpiranno donazioni e prestiti fra privati, ed è pertanto consigliabile prevedere delle semplici scritture private anche in caso di prestiti o donazioni fra parenti, se non si vuole incorrere in lunghi accertamenti. Conviene, comunque, correre subito dal commercialista in caso di contestazione. Di difficile risoluzione tutti quei casi nei quali le spese sono state sostenute con denaro non tracciato (risparmi dei genitori o personali, regali in denaro ricevuti da terzi, etc.). Nel caso in cui il Fisco non dovesse ritenere fondate le prove addotte dal contribuente scatterà pertanto l'accertamento vero e proprio. Se tuttavia il cittadino dovesse ritenere ingiustificato l'accertamento, potrà impugnarlo entro 60 giorni davanti alla commissione tributaria.
Francesco Colafemmina
(12 maggio 2014)
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