Corte di Cassazione
Se i rapinatori entrano in casa e vanno dritti al malloppo non c'é il reato di violazione di domicilio
Rapina, violazione di domicilio, reati complessi, aggravanti, i giudici di Piazza Cavour spiegano i criteri per il calcolo della pena.
I tre rapinatori di questa vicenda non sono certo stati assolti.
La Corte di Cassazione, tuttavia, ha “alleggerito” la loro pena annullando la sentenza nella parte in cui aggiungeva alla pena già inflitta per la rapina aggravata, anche la pena per la violazione di domicilio.
Perché? i rapinatori sono entrati a casa col solo fine impossessarsi con violenza e minaccia della cosa mobile altrui, senonché la violazione di domicilio, per se stessa, non conta.
Senza scagliarsi contro i giudici gridando allo scandalo, occorrono dei chiarimenti, per comprendere la ragionata soluzione degli Ermellini.
Dicono i giudici della 3° sezione, con la sentenza n. 40382/2014 del 30 settembre: la rapina aggravata dall’introduzione in edificio abitativo è reato complesso, unificandosi in esso, quale circostanza aggravante, la violazione di domicilio consumata, poiché questa costituisce reato-mezzo, legato dal nesso di strumentalità a quello di rapina.
Cosa significa? Solo in apparenza devono contestarsi due reati; in realtà il reato è uno solo (seppur aggravato) e ciò porta ad una riduzione complessiva della pena nel caso in cui, come questo, i giudici territoriali abbiano duplicato la pena.
A fondamento della soluzione la Suprema Corte ha richiamato una tradizionale interpretazione in tema di furto presso dimora privata, applicabile alla rapina a seguito della modifica della fattispecie penale con la legge 94/2009 (“pacchetto sicurezza”).
Infatti, chiariscono i giudici, dopo l’introduzione nel 2009 di specifica aggravante (n. 3 bis del comma 2°, art. 628 c.p.), la commissione di una rapina in edifici o altri luoghi destinati a privata dimora, da luogo ad un “reato complesso” quando il fine unico dell’introduzioni in tali luoghi era quello di impossessarsi con violenza e minaccia della cosa mobile altrui.
Il reato più grave della rapina in questo caso “assorbe” anche la violazione di domicilio.
Vi chiederete qual è l’effetto pratico in termini di pena da scontare. Non si deve applicare un cumolo delle due pene ma solo la pena prevista per il reato complesso.
Dice la Cassazione riguardo alla posizione dei rapinatori: “ha errato il giudice di merito, dopo aver quantificato la pena per la rapina aggravata, ad aumentarla – ai sensi dell’art. 81 c.p. – per il delitto di violazione di domicilio, dovendosi considerare tale ultimo delitto assorbito nel primo”.
In conclusione, l’effetto della sentenza, dice la Corte, si estende automaticamente ai tre imputati (nonostante si stato eccepito da uno solo) con il vantaggio, non di poco conto, di una eliminazione dell’aumento di pena fatto dalla Corte d'ppello, pari a quatto mesi di reclusione e 300 € (266 € per uno dei tre) di multa.
Per gli aspiranti rapinatori: meglio andare dritti al malloppo, senza distrazioni. Se entrando in casa altrui i rapinatori avranno questo “unico fine”, la pena potrebbe essere minore.
Fonte: Corte di Cassazione
Luca Tosto
(7 ottobre 2014)
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