Contabilità e Finanza
Il Consiglio dei Ministri approva il DEF 2017
Dopo il passaggio parlamentare ed entro il 30 aprile il Programma di Stabilità e il Programma Nazionale di Riforma saranno inviati al Consiglio dellUnione europea e alla Commissione europea.
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2017, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009. Il DEF si compone di tre sezioni:
- Sezione I: Programma di Stabilità dell’Italia
- Sezione II: Analisi e tendenze di finanza pubblica
- Sezione III: Programma Nazionale di Riforma (PNR)
Il Documento è completato da alcuni allegati.
Il DEF viene trasmesso alle Camere che dovranno esprimersi sugli obiettivi programmatici, sulle strategie di politica economica e sul programma di riforme. Dopo il passaggio parlamentare ed entro il 30 aprile il Programma di Stabilità e il Programma Nazionale di Riforma saranno inviati al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea.
Programma di Stabilità
Il Programma di Stabilità del DEF 2017 è il quinto elaborato nel corso della legislatura vigente; offre l’opportunità di valutare il percorso compiuto e i risultati finora conseguiti, in base ai quali orientare anche le future scelte di politica economica.
L’andamento del prodotto interno lordo (PIL) è tornato stabilmente con il segno positivo (+0,1% nel 2014, +0,8% nel 2015, +0,9% nel 2016). Obiettivo del Governo è velocizzare il ritmo di crescita grazie al programma di riforme e di investimenti che sarà implementato e arricchito di nuove iniziative.
Il numero di occupati ha superato di 734 mila unità il punto di minimo toccato nel settembre 2013. Anche per effetto delle misure comprese nel Jobs Act, il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro si è riflesso in una contrazione del numero degli inattivi, del tasso di disoccupazione e del ricorso alla Cassa integrazione guadagni (CIG); ne hanno beneficiato i consumi delle famiglie, in crescita dell’1,3 per cento nel 2016, che il Governo precedente ha sostenuto mediante diverse misure di politica economica.
Dal 2014 anche i conti pubblici hanno registrato un costante miglioramento. Il disavanzo in rapporto al PIL è sceso dal 3,0 per cento al 2,7 nel 2015 fino al 2,4 nel 2016; l’avanzo primario è risultato pari all’1,5 per cento del PIL nel 2016.
La somma delle diverse riduzioni d’imposta o misure equivalenti, a partire dalla riduzione dell'Irpef di 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, ha portato la pressione fiscale al 42,3 per cento nel 2016 dal 43,6 nel 2013. In aggiunta agli sgravi a favore delle famiglie, si è decisamente abbassata l’aliquota fiscale totale per le imprese tramite gli interventi su IRAP (2015), IMU (2016) e IRES (2017), cui si sono aggiunte una serie di altre misure fiscali in favore della crescita e degli investimenti, a cominciare dal super e iper-ammortamento.
L’obiettivo prioritario del Governo – e della politica di bilancio delineata nel DEF – resta quello di innalzare stabilmente la crescita e l’occupazione, nel rispetto della sostenibilità delle finanze pubbliche.
Per il 2017 è confermata la previsione di crescita dell’1,1% grazie ai risultati attesi dalle riforme avviate negli anni precedenti.
È intenzione del Governo continuare nel solco delle politiche economiche adottate sin dal 2014, volte a liberare le risorse del Paese dal peso eccessivo dell’imposizione fiscale e a rilanciare al tempo stesso gli investimenti e l’occupazione, nel rispetto delle esigenze di consolidamento di bilancio.
In merito alle clausole di salvaguardia, tuttora previste per il 2018 e il 2019, il Governo intende sostituirle con misure sul lato della spesa e delle entrate, comprensive di ulteriori interventi di contrasto all’evasione. Tale obiettivo sarà perseguito nella Legge di Bilancio per il 2018. In prospettiva, il Governo avrà un ruolo attivo insieme ad altri partner europei sull’evoluzione delle regole di governance economica comune, in vista di un percorso di aggiustamento compatibile con l’esigenza di sostenere la crescita e l’occupazione.
Il Governo ritiene prioritario proseguire nell’azione di rilancio degli investimenti pubblici. Per conseguire una maggiore efficienza e razionalizzazione della spesa per investimenti si ritiene necessario intervenire per migliorare la capacità progettuale delle amministrazioni e delle stazioni appaltanti per la realizzazione di opere pubbliche.
Obiettivo per la regola del debito
INDICATORI DI FINANZA PUBBLICA (in percentuale del PIL) | ||||||
QUADRO PROGRAMMATICO | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 |
Indebitamento netto | -2,7 | -2,4 | -2,1 | -1,2 | -0,2 | 0,0 |
Saldo primario | 1,5 | 1,5 | 1,7 | 2,5 | 3,5 | 3,8 |
Interessi | 4,1 | 4,0 | 3,9 | 3,7 | 3,7 | 3,8 |
Indebitamento netto strutturale | -0,5 | -1,2 | -1,5 | -0,7 | 0,1 | 0,0 |
Variazione strutturale | 0,3 | -0,7 | -0,3 | 0,8 | 0,8 | -0,1 |
Debito pubblico (lordo sostegni) | 132,1 | 132,6 | 132,5 | 131,0 | 128,2 | 125,7 |
Debito pubblico (netto sostegni) | 128,5 | 129,1 | 129,1 | 127,7 | 125,0 | 122,6 |
Obiettivo per la regola del debito | 123,7 | |||||
Impatto netto della manovra | 0,2 | 0,1 | 0,4 | 0,4 | ||
Proventi da privatizzazioni | 0,4 | 0,1 | 0,3 | 0,3 | 0,3 | 0,3 |
QUADRO TENDENZIALE | ||||||
Indebitamento netto | -2,7 | -2,4 | -2,3 | -1,3 | -0,6 | -0,5 |
Saldo primario | 1,5 | 1,5 | 1,5 | 2,4 | 3,1 | 3,4 |
Interessi | 4,1 | 4,0 | 3,9 | 3,7 | 3,7 | 3,8 |
Indebitamento netto strutturale | -0,5 | -1,1 | -1,6 | -0,7 | -0,2 | -0,4 |
Variazione strutturale | 0,3 | -0,6 | -0,5 | 0,9 | 0,5 | -0,1 |
Debito pubblico (lordo sostegni) | 132,1 | 132,6 | 132,7 | 131,5 | 129,3 | 127,2 |
Debito pubblico (netto sostegni) | 128,5 | 129,1 | 129,3 | 128,2 | 126,0 | 124,1 |
PIL nominale tendenziale (val. assoluti x 1.000) | 1.645,4 | 1.672,4 | 1.709,5 | 1.758,6 | 1.810,4 | 1.861,9 |
PIL nominale programmatico (val. assoluti x 1.000) | 1.645,4 | 1.672,4 | 1.710,5 | 1.756,8 | 1.809,0 | 1.858,8 |
I valori sono arrotondati al decimo. |
Il benessere equo e sostenibile
In linea di principio il benessere trae vantaggio dall’aumento del prodotto interno lordo ma non coincide con esso. La qualità e la sostenibilità dell’ambiente, le diseguaglianze economiche, la qualità del lavoro, la salute ed il livello di istruzione della popolazione sono alcune delle dimensioni che concorrono al benessere di una società. Per queste ragioni, il Governo italiano, primo in Europa e tra i Paesi del G7, ha deciso di introdurre in via provvisoria alcuni indicatori di benessere già a partire da questo Documento programmatico. Quindi, accanto agli obiettivi tradizionali – in primis PIL e occupazione che continuano a essere indicatori cruciali al fine di stimare e promuovere il benessere dei cittadini – il DEF illustra l’andamento del reddito medio disponibile, della diseguaglianza dei redditi, della mancata partecipazione al mercato del lavoro, delle emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti. Per le stesse variabili il DEF fissa anche gli obiettivi programmatici.
Programma Nazionale di Riforma
Il Programma Nazionale di Riforma indica precisi campi di azione che dovranno essere perseguiti per potenziare il ritmo della crescita economica, accrescere l’occupazione e contrastare la povertà e le disuguaglianze.
In materia di lavoro si prevede un rafforzamento delle politiche attive volte a stimolare le competenze, nonché misure a sostegno del welfare familiare. D’altra parte gli interventi in materia di lavoro sono anche alla base delle politiche di stimolo alla crescita e alla produttività. In questo contesto il Governo ritiene fondamentale il ruolo della contrattazione salariale di secondo livello che deve essere ulteriormente valorizzata con interventi sempre più mirati in materia di welfare aziendale.
Per superare le disuguaglianze sono previsti interventi su tre ambiti:
- il varo del Reddito di Inclusione, misura universale di sostegno economico ai nuclei in condizione di povertà;
- il riordino delle prestazioni assistenziali finalizzate al contrasto della povertà;
- il rafforzamento e coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali, finalizzato a garantire maggiore omogeneità territoriale nell’erogazione delle prestazioni.
Il Governo proseguirà anche nell’attuazione delle misure di riforma della giustizia già avviate, con particolare riguardo al processo penale, all’efficienza del processo civile e alla prescrizione.
Fonte: Consiglio dei Ministri, comunicato n. 23 del 11.4.2017
La Direzione
(13 aprile 2017)
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