Scambio di embrioni
Il Giudice respinge il ricorso dei genitori biologici
I due bambini concepiti in provetta a seguito dello scambio di embrioni al Pertini di Roma sono nati
Il Giudice del Tribunale civile di Roma ha rigettato il ricorso proposto dai genitori biologici dei due bambini concepiti in provetta e i cui embrioni erano stati scambiati per errore all’Ospedale Pertini. Ne dà notizia Adnkronos Salute.
Le polemiche erano esplose vivacissime qualche tempo fa; da qui la decisione della gestante e del marito di trasferirsi fuori regione nell’imminenza del parto, avvenuto il 3 agosto a L’Aquila. I genitori biologici non ne erano a conoscenza e subito dopo avevano notificato un ricorso per ottenere dal Tribunale un provvedimento urgente che vietasse all’ufficiale dell’anagrafe di ricevere la dichiarazione della gestante e del coniuge.
Tuttavia, nel frattempo, questi ultimi avevano già provveduto alla registrazione della nascita davanti al competente ufficio dello stato civile. Il legale della signora che ha partorito i due gemelli e del marito, aveva subito dichiarato che la sua assistita “è tutelata dall’art. 236 del codice civile, dalle sentenze della Corte Europea e da ultimo dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2014”.
Il giudice Silvia Albano, pur comprendendo il dramma dei genitori biologici “che si erano rivolti all’ospedale per trovare soddisfazione al loro diritto alla procreazione e a formare una famiglia”, non ha potuto far altro che respingere la loro domanda. Quindi, i bambini resteranno con la coppia che ha portato avanti gestazione e parto, mentre le ragioni dei genitori biologici potranno trovare “tutela solo risarcitoria”.
Il giudice ha sottolineato “l’importanza della mamma che ha partorito e il ruolo del padre che li ha registrati all’anagrafe”. Evidenziando, altresì, che -pur comprendendo il dolore ed il dramma dell’altra coppia- non ci sono gli estremi per rivolgersi alla Corte Costituzionale.
Nell’ordinanza si legge che “allo stato sono i resistenti (ndr :i genitori da cui sono nati i due gemelli) i genitori legittimi dei nati, sulla base delle norme che regolano la filiazione e la prova del possesso di stato, mentre i ricorrenti (ndr : i genitori biologici) non possono proporre l’azione di merito invocata (azione di dichiarazione giudiziale di maternità e paternità naturale)”.
Il legale dei genitori biologici ha fatto sapere che non condivide un provvedimento giudiziario “che ignora il dna”, dichiarando, inoltre, di non sapere ancora se i suoi assistiti decideranno di “procedere con un reclamo oppure instaurando un giudizio ordinario, che stabilisca che i genitori” sono i genitori biologici, “senza prevedere però azioni d’urgenza”.
Quanto alla richiesta di risarcimento nei confronti dei responsabili dell’errore sullo “scambio di embrioni”, il legale ha sottolineato che “indubbiamente la richiesta verrà fatta, ma sarà comunque problematico stabilire le voci del risarcimento”.
La Notiziagiornale, ieri ipotizzava che, in una situazione drammatica come questa, “bisognerebbe far rinascere Salomone”, riferendosi all’episodio biblico, narrato nel Libro dei Re, nel quale due donne si erano rivolte a Re Salomone per avere giustizia, sostenendo entrambe di essere la vera madre del bimbo conteso.
Salomone diede ordine di tagliare in due il corpicino e di consegnarne la metà ad ognuna delle due donne. A quel punto la vera madre si oppose, affermando che pur di salvarlo avrebbe consegnato il figlio all’altra donna. Da questo Salomone capì che questa era la vera madre e a lei affidò il bambino.
Il richiamo de La Notiziagiornale a questo episodio della Bibbia è singolare e pittoresco, ma -per la verità- nel caso di specie non c’è bisogno di alcuna prova del nove o di trucco di sorta per stabilire chi “ami di più i due bambini”.
Siamo purtroppo in presenza di un dramma, di una tragedia umana che segnerà per sempre il destino di persone incolpevoli, a causa dell’ imperdonabile errore di chi ha scambiato le provette. Quando due “ragioni” così forti (quelle delle due coppie di genitori) si fronteggiano in un modo così drammatico, non si può far altro che rispettare la previsione della legge e, soprattutto, il dolore dei genitori biologici.
Moreno Morando
(9 agosto 2014)
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