Stati Uniti
Red Bull precipita sulla pubblicità ingannevole
Le bevande energizzanti pongono diverse problematiche: concorrenza, mercato e salute dei consumatori.
La Red Bull azienda austriaca produttrice dell’omonima bevanda energetica è stata condannata per “pubblicità ingannevole” a pagare una multa di 13 milioni di dollari. La multinazionale si è vista costretta a patteggiare la cifra richiesta nell’ambito di una class action negli Stati Uniti. I promotori dell’azione collettiva contestavano quanto dichiarato nello spot, questo infatti esalta le caratteristiche del prodotto garantendo un miglioramento della concentrazione e della velocità di reazione nelle attività quotidiane. Ciò che manca però è il supporto scientifico.
Secondo quanto riferito da Consumerist e da BevNet sono molte le persone che negli Stati Uniti hanno fatto causa al colosso “energizzante”. Le campagne pubblicitarie dell’azienda infatti sono sempre state incalzanti sulla stampa, in tv e sul web e le parole accattivanti “ti mette le ali” o “dare la carica” secondo quanto affermato dai consumatori statunitensi indurrebbero in errore.
In risposta alla notizia riportata dalla BevNet, l’azienda ha voluto chiarire la sua posizione: “La Red Bull ha patteggiato la causa per evitare il costo e la distrazione del contenzioso”.
Questo non è di certo il primo episodio a vedere come protagonista l’azienda austriaca. Anche in Italia, nel 2013, su segnalazione dell’associazione dei consumatori Altroconsumo, l’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato aveva iniziato un procedimento di valutazione dei messaggi pubblicitari nei confronti del pubblico giovane. In quella occasione la società austriaca, per non incorrere in sanzioni, modificò la sua politica commerciale, prestando particolare attenzione ai giovani consumatori.
Sul consumo delle bibite energetiche anche l’Unione Europea è intervenuta più volte.
Infatti, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha espresso parere nel 2009 sull’uso abituale di queste bevande sostenendo che non c’era motivo di preoccupazione per la sicurezza.
Un altro studio è stato commissionato da alcuni Stati membri preoccupati per l’abuso eccessivo di liquidi energizzanti, ricchi di caffeina, taurina e d-glucuronolattone. I dati raccolti sono preoccupanti: circa il 68 % degli adolescenti (10-18 anni) intervistati erano consumatori di bevande “energetiche”; circa il 18% dei bambini intervistati (3-10 anni), tra questi la quasi totalità ne beveva quasi un litro a settimana. La maggior parte dei consumatori intervistati poi ha confermato di assumerle contemporaneamente con l’alcol.
Insomma sicuramente nell’uso di queste bevande occorre prestare la dovuta attenzione!
Gianmarco Sadutto
(9 ottobre 2014)
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