Consiglio dei Ministri
Jobs Act: approvati i nuovi decreti attuativi
Due provvedimenti sono stati adottati in via definitiva; gli altri quattro "in esame preliminare'.
L’ultimo Consiglio dei Ministri, oltre al decreto legge sugli Enti territoriali, ha adottato anche sei decreti attuativi del Jobs Act.
In particolare, l’Esecutivo, su proposta del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha approvato in via definitiva:
- il decreto legislativo recante misure per la conciliazione delle esigenze di cura, vita e di lavoro, in attuazione dell’articolo 1, commi 8 e 9, della legge 10 dicembre 2014, n. 183
- il decreto legislativo sulla disciplina organica dei contratti di lavoro e la revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183
Il Consiglio dei Ministri ha inoltre approvato, in esame preliminare:
- il decreto legislativo recante disposizioni per la realizzazione e la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183
- il decreto legislativo recante disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183
- il decreto legislativo recante diposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 10 dicembre 2014, n. 183
- il decreto legislativo recante diposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183
Di seguito, una breve sintesi dei decreti attuativi citati.
Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro
Il provvedimento interviene, prevalentemente, sul testo unico a tutela della maternità (n° 151 del 26 marzo 2001), e reca misure volte a sostenere le cure parentali e a tutelare in particolare le madri lavoratrici.
Analoga previsione viene introdotta per i casi di adozione o di affidamento. In materia di congedi di paternità, viene estesa a tutte le categorie di lavoratori, e quindi non solo per i lavoratori dipendenti come attualmente previsto, la possibilità di usufruire del congedo da parte del padre nei casi in cui la madre sia impossibilitata a fruirne per motivi naturali o contingenti.
Sono inoltre state introdotte norme volte a tutelare la genitorialità in caso di adozioni e affidamenti prevedendo estensioni di tutele già previste per i genitori naturali.
Il decreto contiene due disposizioni innovative in materia di telelavoro e di donne vittime di violenza di genere.
A partire dall’entrata in vigore del decreto non potranno essere attivati nuovi contratti di collaborazione a progetto (quelli già in essere potranno proseguire fino alla loro scadenza). Comunque, a partire dal 1° gennaio 2016, ai rapporti di collaborazione personali che si concretino in prestazioni di lavoro continuative ed etero-organizzate dal datore di lavoro saranno applicate le norme del lavoro subordinato.
Con l'intento di espandere le tutele del lavoro subordinato, lo schema prevede, con effetto dal 1° gennaio 2016, un meccanismo di stabilizzazione dei collaboratori e dei lavoratori autonomi che hanno prestato attività lavorativa a favore dell'impresa.
Rientra nel quadro della promozione del lavoro subordinato e del contrasto all’elusione anche l'abrogazione delle disposizioni sul lavoro a progetto e dell'associazione in partecipazione con apporto di lavoro dell’associato persona fisica.
Mansioni – Viene previsto che il lavoratore può essere assegnato a qualunque mansione del livello di inquadramento, così com'è previsto nel lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione (articolo 52 del decreto legislativo n. 165 del 2001), purché rientranti nella medesima categoria e non più soltanto a mansioni «equivalenti», a mansioni, cioè, che implicano l'utilizzo della medesima professionalità.
In presenza di processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale e negli altri casi individuati dai contratti collettivi l’impresa potrà modificare le mansioni di un lavoratore fino ad un livello, senza modificare il suo trattamento economico (salvo trattamenti accessori legati alla specifica modalità di svolgimento del lavoro).
Per le varie tipologie di contratto cliccare sopra su: I punti essenziali ….
Decreto legislativo di razionalizzazione e semplificazione dell’attività ispettiva
Il decreto legislativo prevede, al fine di razionalizzare e semplificare l’attività ispettiva, l’istituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro.
Le disposizioni contenute nel decreto possono essere suddivise nei seguenti quattro gruppi fondamentali:
–disposizioni comuni alle integrazioni salariali ordinarie (CIGO) e straordinarie (CIGS);
-disposizioni in materia di CIGO;
-disposizioni in materia di CIGS;
-disposizioni in materia di fondi di solidarietà bilaterali.
-disposizioni comuni alle integrazioni salariali ordinarie (CIGO) e straordinarie (CIGS)
Riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive
Viene istituita una Rete Nazionale dei servizi per le politiche del lavoro, coordinata dalla nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (in acronimo ANPAL) e formata dalle strutture regionali per le Politiche attive del Lavoro, dall’INPS, dall’INAIL, dalle Agenzie per il lavoro e dagli altri soggetti autorizzati all’attività di intermediazione, dagli enti di formazione e da Italia Lavoro e ISFOL.
Decreto semplificazioni, altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità
Le disposizioni contenute nel decreto possono essere suddivise in tre gruppi fondamentali:
-il primo concerne la semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese;
-il secondo i rapporti di lavoro;
-il terzo le pari opportunità.
Per maggiori informazioni e approfondimenti: vai alla sezione dedicata del sito www.governo.it
Fonte: Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali
Moreno Morando
(14 giugno 2015)
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