Cassazione Penale
120 giorni per il chiosco-bar su area protetta
Opere precarie e momentanee, si può ricorrere all'autorizzazione semplificata, ma il titolo deve comunque essere ottenuto.
Un commerciante sardo decide di installare un chiosco bar di 35 metri quadrati, dotato di servizio igienico e collegamento alle reti elettriche, idriche e fognarie cittadine, su area protetta da vincolo paesaggistico. Subisce immediatamente il sequestro preventivo da parte del G.i.p. presso il Tribunale di Nuoro perché l’installazione è avvenuta senza l’autorizzazione dell’Autorità preposta alla tutela del vincolo.
Il commerciante ricorre al Tribunale della Libertà che annulla il sequestro sul presupposto che il chiosco era composto da materiale amovibile e che, comunque, la sua insistenza sul suolo era destinata a soddisfare mere esigenze transitorie esauribili all’interno di un periodo di 120 giorni. Il Tribunale dà ragione al commerciante, imponendo così al Procuratore della Repubblica di adire la Corte di cassazione per far mettere la parola “fine” alla vicenda.
La Corte, Sez. III Penale, con sentenza n. 29080 dell’8 luglio 2015, ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero affermando il principio per il quale tutti gli interventi precari o facilmente amovibili realizzati su aree tutelate sono comunque soggetti ad autorizzazione paesaggistica, la quale è rilasciabile con procedura semplificata solo ove gli interventi stessi comportino un’occupazione di suolo avente durata non superiore a 120 giorni.
Secondo i giudici di Piazza Cavour è palesemente errato il tentativo di applicare al caso di specie (di opere precarie, cioè) il disposto dell’art. 149 del Codice dei Beni culturali (D.L.vo n. 42 del 2004), il quale nell’individuare le attività libere, non necessitanti cioè dell’autorizzazione paesaggistica, riguarda esclusivamente e tassativamente le opere di manutenzione e di risanamento, gli interventi agro-pastorali che non modifichino lo stato dei luoghi ed infine gli interventi boschivi consentiti ed autorizzati: nel caso delle installazione di opere su suolo pubblico, benché destinate a soddisfare esigenze momentanee, invece, l’autorizzazione paesaggistica occorre sempre, ed è possibile che si ricorra a quella rilasciabile con procedura semplificata (di cui all’Allegato I del D.P.R. n. 139 del 2010) solo ove le opere restino sul suolo per un periodo inferiore ai 120 giorni.
Rodolfo Murra
(18 luglio 2015)
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