Settore alimentare
Addio al made in Italy?
Negli ultimi anni le Multinazionali straniere hanno acquistato molte delle piu' note aziende italiane di prodotti alimentari
Il made in Italy è molto apprezzato nel mondo, nel campo della moda e del settore manufatturiero in generale, ma -più di ogni altro campo- non teme confronti nel settore alimentare.
Il problema è che, da un po’ di tempo a questa parte, il controllo di molte società che producono nel campo alimentare con marchi italiani molto noti, sta passando in mani estere, come segnalato da MSN.it.
L’ultima in ordine di tempo -ma, probabilmente, anche una delle più significative, proprio perché riguarda un prodotto che “più italiano non si può”- è il controllo del “Pastificio Garofolo”, acquisito dalla spagnola Ebro. Purtroppo è solo l’ultimo di uno dei tanti trasferimenti di proprietà che, senza tanta pubblicità, hanno portato fuori dal nostro Paese il governo di aziende storiche che hanno “fatto la storia” in questo settore e conquistato ampie fette di mercato in tutto il mondo.
Una delle prime grandi aziende alimentari italiane ad essere “conquistata” da Multinazionali estere è stata la “Perugina”, lo storico marchio dolciario passata nel 1988 al gruppo svizzero Nestlè, assieme alla Buitoni. Col passare del tempo il gruppo d’oltralpe ha acquisito anche il controllo della Motta e dell’Antica Gelateria del Corso, delle acque minerali S. Pellegrino, Levissima, Panna, Vera ed altri marchi ancora.
Anche la birra Peroni non è più “italiana”, dato che è passata sotto il controllo della Multinazionale della birra “Sabmiller” con sede in Sudafrica fin dal 2003, con una operazione completata nel 2005.
La Galbani, fondata nel 1882, specializzata in prodotti caseari (mozzarelle, formaggi, pasta molla) e con un fatturato di 1 miliardo di euro, “parla” francese dal 2006, acquistata dalla Lactalis, che già aveva comprato Locatelli, Invernizzi e Cademartori. Infine, nel 2011 ha messo le mani anche sulla Parmalat; in questo modo ha acquisito un “quasi” monopolio nel mercato del settore lattiero-caseario della penisola.
L’azienda toscana produttrice dell’olio d’oliva Carapelli e la ligure Sasso sono state acquisite dal gruppo spagnolo SOS Corporaciòn Alimentaria (ora Deoleo) nel 2006. Mentre la Bertolli è stata comprata nel 2008 (ma era già di proprietà della Multinazionale anglo-olandese Unilever).
La storica azienda astigiana di produzione di spumanti “Gancia” dal 2011 è di proprietà dell’oligarca russo Rustam Tarike. Mentre l’impresa che produce i salumi “”Cesare Fiorucci” è diventata “americana”, per poi passare definitivamente sotto il controllo della spagnola Campofrio Food Group.
La Star (brodi e sughi) ha ceduto all’estero tutti i suoi marchi; la Mellin è passata alla Numico (della francese Danone) e nel 2008 Orzobimbo è stata acquisita dalla Novarts, per poi essere ceduta alla Multinazionale madrilena Gallina Blanca.
Anche nel settore del vino le notizie non sono migliori : nel 2013 la Docg Gallo Nero (vino Chianti) è stata acquisita da un imprenditore cinese di Hong Kong.
Nelle altre grandi economie occidentali non si sono verificati fenomeni così vasti di trasferimenti di pacchetti azionari all’estero. I francesi hanno dimostrato di infischiarsene della normativa europea e di saper difendere il “marchio nazionale” con le unghie e con i denti.
In tutta franchezza, non credo che queste manifestazioni di sciovinismo dovrebbero fare scuola. Il problema, semmai, è un altro.
Questi e tanti altri “marchi italiani” avevano e continuano ad avere mercato in Italia ed in tanti altri Paesi del mondo. Insomma, assieme a tante altre griffe continuano a rappresentare quel “made in Italy” che interessa a milioni e milioni di compratori.
Ed allora perché tutta questa corsa a vendere al migliore offerente? Dov’è finito il tradizionale “spirito d’intrapresa italiano”, che nei decenni passati ha conquistato spazi significativi nei mercati mondiali?
Mi spiace pensarlo e dirlo, ma -a questo punto- qualche serio dubbio sulla qualità media complessiva della classe imprenditoriale nostrana sorge spontaneo.
Moreno Morando
(6 luglio 2014)
© RIPRODUZIONE CONSENTITA Italian Open Data License 2.0
(indicazione fonte e link alla pagina)
DIVENTA FAN DEL QUOTIDIANO DELLA P.A.
Follow @quotidianopaComunicato Importante Selezione Docenti Accademia della P.A.
La Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, in vista dell’apertura delle sedi dell’Accademia della PA in tutto il territorio nazionale, ricerca e seleziona personale per singole docenze in specifiche materie delle Autonomie locali da svolgersi presso le Accademie della PA e per le attività di assistenza nelle procedure complesse nei Centri di Competenza.
Newsletter Quotidiano della P.A.
Incorpora le Notizie del QPA
Inserisci sul sito del tuo Ente, sul tuo sito o sul tuo blog, le ultime notizie pubblicate dal Quotidiano della P.A.
Accedi all'interfaccia per l'inserimento cliccando sul pulsante di seguito: