Povertá
Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale.
Pubblicato il rapporto Caritas 2014 dal titolo "False partenze"
E' stato presentato questa settimana il fondamentale Rapporto Caritas 2014 quale finestra di osservazione "previlegiata" per indagare il fenomeno della povertà in Italia a seguito della esperienza di ascolto e osservazione svolta dalla rete delle Caritas presenti sul territorio nazionale.
Il Rapporto analizza ed approfondisce una serie di problematiche correlate alla povertà ed alla esclusione, le tendenze del fenomeno, i percorsi di presa in carico, i progetti anti crisi economica, le poverta' legate alla separazione dei genitori, i dati sul "prestito della speranza" il coinvolgimento delle comunità locali per i percorsi di inclusione, la povertà e l'abitare, l'immigrazione e la povertà.
I dati raccolti si riferiscono alla platea delle persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto Caritas, localizzate in tutto il Paese. Su un totale di 2.832 centri il campione ha riguardato un numero di 814 cda, pari a circa il 30% del totale, per un numero di 135.301 persone.
A livello complessivo viene confermata la presenza di una quota maggioritaria di utenti stranieri 61,8% rispetto agli italiani 38,2% questi ultimi però in crescita sostanziale rispetto alle precedenti rilevazioni.
Le più significative problematiche rilevate nello studio, che sono emerse nei colloqui presso i cda della Caritas, hanno caratteristiche eterogenee anche se gran parte si concentrano, per dimensioni, rispetto a bisogni materiali di reddito, lavoro, casa. Quindi, nel corso del 2013 i problemi-bisogni più frequenti degli utenti Caritas, per macro voci, sono stati in particolare: la povertà economica 59,2%, problemi occupazionali 47,3%, problemi abitativi 16,2%, problemi familiari 8,6%, problemi di immigrazione 5,3%, problemi di salute 4,4%, problemi di istruzione 4%, dipendenze 2%, problemi di giustizia 1,7%, handicap-disabilità 1,5%.
Tra gli italiani l'incidenza della povertà economica correlata ai problemi di mancanza di lavoro evidenzia percentuali di gran lunga più significative rispetto agli altri problemi.
Esiste un modello di presa in carico nei CdA Caritas che si avvia con un percorso di assistenza e accompagnamento che non si traduce con il solo colloquio individuale, ma che si sviluppa con ulteriori passaggi ed interventi di erogazione servizi e prestazioni socio-sanitarie-assistenziali.
Sempre per macrovoci le richieste di intervento ai cda, da parte dell'utenza, sono state percentualmente 34% per beni e servizi materiali, per il 26,8% per coinvolgimenti esterni (professionisti quali avvocati, commercialisti, medici, ovvero istituzioni, comuni regioni enti) 10,7% per sussidi economici, 10,5% per sanità, 8,3% per lavoro, 8,3% per alloggio.
Ciasun utente e' stato destinatario di uno o più interventi di aiuto materiale suddiviso per macrovoci nelle percentuali seguenti: viveri 47,1% vestiario 25,7% mensa 12,5% igiene personale 7% buoni pasto 4,3% biglietti di viaggio 2,1% mobilio 1,3%.
Il Rapporto, nella parte finale, esamina le tendenze degli attuali assetti di welfare evidenziando aspetti critici e proposte di miglioramento. Positivo é il rifinanziamento del Fondo nazionale per l'autosufficienza, come anche l'introduzione del nuovo Isee, necessario anche per accedere alle prestazioni sociali e assistenziali. Anche il futuro degli aiuti alimentari sostenuto con il programma europeo Fead, inserito nelle politiche di welfare anziché in quelle agrarie, nasconde insidie operative.
Altre criticità sono emerse, infine, per le iniziative di lotta alla povertà ancora in veste sperimentale, quale la nuova Carta Acquisti, non sostenuta da chiare e durature coperture economiche nonche' dalla indeterminatezza normativa, come anche dalla eccessiva sedimentazione delle competenze tra enti concorrenti.
Stefano Olivieri Pennesi
(19 ottobre 2014)
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