TAGLI ALLA SANITA'
Dichiarato lo sciopero generale degli infermieri il prossimo 3 novembre
Contratti e stipendi fermi dal 2009, blocco del turn over e delle nuove assunzioni e carenza di strumenti e formazione per le emergenze alcuni dei punti alla base della protesta
Turn over, contratto nazionale e stipendi da rivedere (al rialzo naturalmente), assistenza e procedure e strumenti di protezione che, in un momento così particolare con una allerta Ebola in tutto il mondo, appaiono ancora più necessari.
Questi alcuni dei motivi (al centro della querelle ci sono i tagli previsti al comparto Sanità da parte del Governo) che hanno spinto i rappresentanti sindacali degli infermieri d'Italia a dichiarare per il prossimo 3 novembre, lo sciopero generale. Il segretario nazionale Nursind Andrea Bottega spiega che se da una parte saranno sempre e comunque garantiti gli interventi chirurgici di emergenza, si fermeranno al contempo, tutte le attività ospedaliere ambulatoriali, dalla radiologia agli esami di endoscopia. Ma soprattutto saranno seriamente a rischio le attività delle sale operatorie per quanto riguarda gli interventi chirurgici programmati. Tutti gli infermieri sono poi invitati a prendere parte alla manifestazione in programma in piazza Montecitorio.
Il turn over, o meglio il ricambio del personale che va in pensione con nuovi assunti – afferma Bottega secondo quanto riporta l'Ansa - è bloccato dal 2008, soprattutto nelle Regioni in piano di rientro. Gli infermieri sono sempre di meno, nonostante la mole di lavoro. Secondo gli ultimi dati Ocse, in Italia mancano circa 100mila infermieri rispetto alla media degli altri Paesi Ue. Insomma in Italia dovrebbero esserci molti più infermieri, invece in aumento sono solo i disoccupati.
“Oggi – afferma Bottega - sono circa 25mila gli infermieri senza lavoro e agli ormai rarissimi concorsi pubblici si presentano in migliaia per pochissimi posti”.
Quindi il nodo del contratto di categoria scaduto 5 anni fa e mai rinnovato: “I nostri stipendi sono fermi al 2009. Con la legge di stabilità il governo ha chiesto alle Regioni un taglio di risorse agli sprechi che innegabilmente esistono, ma tagliare sugli sprechi vuol dire riorganizzare il sistema dei servizi, cosa che non si può fare senza usare il lavoro professionale. Di fatto anche questa legge di stabilità ribadisce le politiche contro il lavoro pubblico”. Cosa vuol dire Bottega? “Che i nuovi tagli andranno a penalizzare inevitabilmente i sistemi di garanzia dei Livelli essenziali di assistenza”.
Infine la questione dei dispositivi di sicurezza: “Gli infermieri – conclude Bottega - sono i professionisti in prima linea nell’accogliere e assistere i malati acuti, cronici e fragili. E non è un caso che i primi ad essere stati contagiati dal virus Ebola siano stati infermieri in servizio presso gli ospedali. Ad oggi non abbiamo ricevuto una formazione adeguata, nonostante il nostro ruolo sia cruciale per fare fronte all’emergenza”.
Giuseppe Bianchi
(29 ottobre 2014)
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