Contrasto alla povertà
Social Card, piu' social e meno card
Gli esiti del periodo di sperimentazione evidenziano dati interessanti quali le dichiarazioni mendaci che hanno raggiunto punte massime dell80% a Firenze e Catania ed il numero ridotto delle domande.
La Social card ha avuto il suo buon periodo di sperimentazione, durato circa un anno, che si è reso necessario per testarne i meccanismi quale ulteriore strumento di contrasto alla povertà.
Si è trattato di rinnovare le modalità di funzionamento del mezzo inteso come sostegno per l’inclusione attiva, avviato, sperimentalmente, in dodici delle nostre maggiori città capoluogo, con un finanziamento specifico pari a 50 milioni di euro.
Trascorso, appunto, il periodo previsto dall’avvio sperimentale, sono stati pubblicati dal Ministero del Lavoro in: ”Quaderni della ricerca sociale Flash 29” i primi dati sul SIA (sostegno inclusione attiva) nei grandi Comuni, ad eccezione del dato ancora mancante di Roma. Dalla rilevazione è emerso, tra l’altro, che i nuclei beneficiari dell’intervento sono stati in totale 6.517 per una platea complessiva di 26.863 persone, con un nucleo familiare medio pari a 4,1 unità, ed un beneficio economico medio di 334 euro.
Interessante la dimensione della forbice intercorrente tra le città con nuclei familiari beneficiari, minimi e massimi, che sono risultati, rispettivamente, con 101 e 112 famiglie a Venezia e Firenze, rispetto ai valori massimi, di nuclei interessati, ubicati nelle città di Palermo e Napoli, rispettivamente con 1.473 e 1.357 famiglie.
Di grande interesse, altresì, la rilevazione circa il non completo esaurimento delle risorse stanziate, essendo state usate/impegnate, nella misura compresa tra la metà e i due terzi dei fondi disponibili per la quasi totalità delle città oggetto della sperimentazione. Al riguardo, una prima considerazione riguarda la questione avanzata dai Comuni stessi circa i requisiti necessari eccessivamente stringenti (entità Isee, patrimonio posseduto, stato di disoccupazione dei componenti la famiglia, ecc.).
Altro problema riscontrato è stato il rilevamento consistente di dichiarazioni mendaci che hanno raggiunto punte massime dell’80% a Firenze e Catania, per cui si sono resi necessari controlli particolarmente stringenti e puntuali, a monito questo di futuri interventi. Infine, cosa stupefacente per questo periodo di crisi economica, il numero particolarmente e stranamente ridotto di domande legato, presumibilmente, anche alla scarsa conoscenza dell’istituto assistenziale in argomento.
In conclusione è bene rappresentare la necessità di ampliare tale esperienza, irrorandola possibilmente e conseguentemente di maggiori risorse, in quanto la povertà nel nostro Paese esiste, non va mai in ferie, anche se spesso si nasconde senza però, per questo, diminuirne l’impatto sociale sulle nostre comunità.
Stefano Olivieri Pennesi
(4 settembre 2014)
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