Economia
Più cultura per più lavoro
Il Rapporto Unioncamere 2015 illustra tra l'altro le dinamiche occupazionali rispetto alle esigenze di specifici profili per le imprese.
La cultura serve e dà anche da mangiare chiamando i giovani, con specifiche "profilazioni", ad occupare spazi nelle imprese della variegata e ampia filiera culturale.
Dalla lettura del Rapporto 2015 "Io sono cultura", elaborato con cadenza annuale da Unioncamere e che misura l'incidenza di cultura e creatività nell'economia nazionale, a fronte delle circa 20.500 assunzioni stabili, previste nel comparto della cultura, circa 1/3 verrà occupato da giovani under 30.
Le imprese culturali e creative producono circa 78,6 miliardi di valore aggiunto, diretto, attivando altresi' ulteriori settori dell'economia, come ad esempio il Turismo e muovendo quindi complessivamente circa 227 miliardi di euro.
Questi dati emergono come detto dal Rapporto Unioncamere 2015 - Io sono cultura - l'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi - realizzato con la collaborazione della Fondazione Symbola e la supervisione del Ministero dei Beni Culturali, dello Sviluppo Economico, della Regione Marche e di altre istituzioni.
Cio' rappresenta l'unico studio, in Italia, che quantifica annualmente il peso della cultura e della creatività nell'economia nazionale.
La ricchezza prodotta dal settore culturale ha ovviamente anche effetti positivi sul fronte occupazionale; le industrie culturali, quelle creative, il patrimonio artistico, storico, architettonico, danno lavoro a circa 1,4 milioni di persone, ossia il 5,9% del totale degli occupati, che diventano 1,5 milioni e il 6,3% se si includono realtà pubbliche e del non profit.
Bellezza, cultura, Green economy e creatività in genere possono rafforzare anche il settore manifatturiero. Numeri alla mano, con la cultura si mangia e si vive, essendo anche nel nostro Dna oltreche' in grado di costruire un futuro migliore, integrando le politiche culturali all'interno di quelle industriali e territoriali.
per approfondimento vedere il link del Rapporto
Stefano Olivieri Pennesi
(20 agosto 2015)
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