LA BELLA ITALIA - PAESAGGIO
San Severino Marche
Il suo patrimonio artistico è immenso e fortemente legato al periodo di massima autonomia del comune e ai primi decenni del governo ecclesiastico.
San Severino Marche è un comune italiano di 12.852 abitanti della provincia di Macerata, nelle Marche. Sorge 50 km a ovest del mare Adriatico ed alla stessa distanza dall'Appennino umbro-marchigiano; è attraversato dal fiume Potenza e alcuni suoi affluenti.
Storia
I resti più antichi di presenza umana a San Severino risalgono al paleolitico inferiore e provengono dalla frazione di Stigliano; altri reperti, rinvenuti in varie località del territorio comunale, documentano una continuità di insediamento per tutta l'epoca preistorica.
La prima civiltà significativa di cui rimangono tracce è quella dei Piceni, concentrata nelle vicinanze di Pitino, circa due chilometri a nord-est del centro urbano attuale: successive campagne di scavo, dal 1932 a oggi, hanno portato alla luce una zona residenziale, sulla sommità di un colle, e tre necropoli nelle vicinanze, il tutto databile tra il VII e il V secolo a.C.
Dopo la conquista romana del Piceno, nel 268 a.C., nel vicino fondovalle sorge l'abitato di Septempeda (nome dall'etimo incerto), che diverrà municipio nel I secolo a.C.
Della città romana sono stati individuati in tempi successivi resti di mura con un complesso termale, un incrocio stradale, tracce di domus private, una fornace e un sepolcreto.
Il municipio romano andò in rovina in epoca alto-medievale, e un nuovo nucleo urbano sorse in posizione più protetta sul colle detto Monte Nero, che domina l'abitato odierno; la città ricostruita fu battezzata con il nome di Severino, un santo locale di cui si hanno poche notizie certe, vescovo di Septempeda a metà del VI secolo.
Quanto al nuovo centro, il primo documento credibile della sua esistenza è del 944, anno di probabile fondazione dell'antica cattedrale. Libero comune intorno al 1170, parteggiò costantemente per i Ghibellini; nel corso del Duecento si ingrandì fino all'estensione attuale, in parte per via militare e in parte acquistando i castelli circostanti dai precedenti proprietari.
Il Trecento è caratterizzato dalla signoria degli Smeducci, famiglia locale di capitani di ventura, che mantennero con una certa continuità l'egemonia sulla città, finché nel 1426 il Papa li esiliò definitivamente.
Dopo il breve governo di Francesco Sforza (1433-45), il comune passa sotto il controllo diretto dello Stato della Chiesa; i secoli successivi registrano un sostanziale declino economico e culturale.
Nel 1586 San Severino ottiene il titolo di città e quello di diocesi, mantenuto per quattrocento anni esatti.
Nel frattempo, cessate le esigenze di difesa, il centro abitato si è spostato quasi del tutto dal colle a fondovalle, attorno alla vecchia piazza del mercato; fra la metà del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, anche i simboli del potere civile e religioso (Palazzo comunale, Duomo, vescovato) lasciano quella che ormai è una contrada isolata.
Monumenti e luoghi d'interesse
Il patrimonio artistico di San Severino Marche è immenso e fortemente legato al periodo di massima autonomia del comune e ai primi decenni del governo ecclesiastico: a quest'epoca risalgono sia le numerose chiese gotiche visibili in città e nel territorio, sia le opere lasciate dalla locale scuola pittorica che ebbe i suoi massimi esponenti nei fratelli Salimbeni e in Lorenzo d'Alessandro, rispettivamente all'inizio e alla fine del XV secolo.
Il monumento più vistoso della città è la grande piazza porticata, dall'insolita forma a fuso, lunga 224 metri e larga 55. In origine Platea mercati, oggi Piazza del Popolo, fu creata nel Duecento ampliando per scopi commerciali un'arteria stradale che in quel punto costeggiava l'abitato medievale.
Nei secoli è diventata il "salotto buono" della nobiltà, e tuttora i palazzi gentilizi che la circondano esprimono il meglio dell'architettura locale dal Cinquecento al primo Novecento.
• Il luogo detto "Castello", sulla cima del Monte Nero, è la sede della città medievale. Delle costruzioni antiche restano ampi tratti di mura, due porte e, sulla sommità, le due torri simbolo della città: quella del comune (che presenta ancora uno stemma con il leone passante ghibellino) e, di fronte, il campanile del Duomo antico.
• Quest'ultimo, costruito nel X secolo e rimaneggiato più volte, custodisce all'interno i resti del santo patrono Severino, (nato circa l'anno 470 in Septempeda, morto circondato da popolo e clero l'8 gennaio 545), e un pregevole coro ligneo rinascimentale, iniziato dall'intagliatore locale Domenico Indivini e completato dai fratelli Acciaccaferri nel primo Cinquecento. Alla stessa epoca risale il chiostrino quadrato, un peristilio a due ordini di archi che unisce la chiesa all'ex-Palazzo vescovile.
• La zona archeologica si trova lungo la strada provinciale 361, un chilometro circa a est dell'abitato. Della Septempeda romana sono visitabili le terme, un tratto di mura e i resti di due porte.
Architetture religiose
Duomo
Sorta sul luogo di una chiesetta dedicata a S. Maria Maddalena che vi sorgeva prima del 1250, è stata più volte rimaneggiata e ampliata. La primitiva chiesa fu ampliata dopo il 1438, poi ancora sotto il pontificato di Leone X (1513-21), quando venne dedicata a S. Agostino; l'interno fu rifatto nel 1776 in aggraziate forme del tardo rococò marchigiano, e nel 1827 quando la chiesa divenne Cattedrale al posto del Duomo Vecchio situato sul colle del Castello. Oggi è concattedrale dell'arcidiocesi di Camerino-San Severino..
• La basilica di San Lorenzo in Doliolo è la più antica di San Severino Marche. Custodisce i resti mortali di Santa Filomena, Sant'Ippolito e San Giustino.
• L'attuale Duomo nuovo di Sant'Agostino conserva della costruzione quattrocentesca la facciata con portale adorno di terrecotte e resti di affreschi attribuiti a Lorenzo d'Alessandro ed il campanile, di forme analoghe a quelli del Duomo vecchio, San Domenico e San Lorenzo in Doliolo. Il vasto interno venne ridotto come si trova attualmente nel 1776 ed infine nel 1827 quando la chiesa agostiniana venne convertita in Cattedrale.
All'interno conserva tra altre opere un Crocifisso ligneo dell'Acciaccaferri, una tavola dei fratelli Antonio e Giovanni Gentili, figli di Lorenzo d'Alessandro ed un quadro del Pomarancio. Il coro e la bussola del tempio vennero disegnati dall'architetto Ireneo Aleandri.
Musei
La Pinacoteca civica Tacchi-Venturi, istituita nel 1974, raccoglie perlopiù quadri di scuola locale provenienti dalla confisca dei beni ecclesiastici negli anni successivi all'Unità d'Italia, e in parte opere prestate dalla diocesi e affreschi staccati per ragioni di conservazione.
In una sala è stata ricostruita un'intera cappellina con le Storie di San Giovanni Evangelista dipinte dai Salimbeni, strappate dalla chiesa di San Severino al Monte; fra le altre opere vanno ricordate il Matrimonio mistico di Santa Caterina di Lorenzo Salimbeni, la Madonna della Pace del Pinturicchio, due polittici quattrocenteschi di Niccolò Alunno e Vittore Crivelli e uno trecentesco di Paolo Veneziano, quadri del pittore settempedano Lorenzo d'Alessandro e dell'umbro Bernardino di Mariotto.
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Fonte: Wikipedia
Moreno Morando
(23 novembre 2015)
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