STORICO ACCORDO
Ultima Assemblea della Fiat a Torino: fusione con Chrysler e sede fiscale in Gran Bretagna
Elkann e Marchionne rassicurano: salto di qualità, apertura verso il mondo per vendere 7 milioni di vetture, ma con un occhio alla responsabilità sociale verso la comunità in cui Fiat è cresciuta
“Essere nel mondo non significa diventare indifferenti ai contesto locali, cioè ai diversi luoghi dove Fca opera. In Italia, dove la nostra storia è iniziata e dove vogliamo continuare a essere protagonisti attivi, e anche nel mondo”. Lo ha detto il presidente di Fiat John Elkann a margine dell'ok arrivato dagli azionisti Fiat che a maggioranza hanno approvato la fusione che darà alla luce “Fca - Fiat Chrysler Automobiles” del cui Cda faranno parte John Elkann, Sergio Marchionne, Andrea Agnelli, Tiberto Brandolino D'Adda, Glenn Earle, Valerie A. Mars, Ruth J. Simmons, Ronald L. Thompson, Patience Wheatcroft, Stephen M. Wolf, Ermenegildo Zegna.
Elkann ha aggiunto: “E' solo l'inizio, voglio solo dire che chi rimarrà azionista come rimarrò io avrà grandi soddisfazioni... Voglio confermare qui il mio impegno personale e della mia famiglia per continuare a sostenere Fca, a maggior ragione ora che si profilano all'orizzonte grandi opportunità. Ho letto in questi giorni su alcuni giornali che la mia famiglia sarebbe 'stanca' e che vedrebbe di buon occhio un disimpegno per dedicarsi ad attività meno faticose o meno rischiose. Voglio confermare qui oggi l'impegno mio personale e della famiglia per continuare a sostenere Fca”.
L'Ad di Fiat Sergio Marchionne: “Grazie all'inteso lavoro degli ultimi cinque anni, ora siamo pronti a compiere il salto di qualità. La fusione che vi presentiamo oggi - ha spiegato - rappresenta un salto epocale perché dopo 115 anni segna la fine di un lunghissimo ciclo storico. Ci sono aspetti emotivi collegati all'operazione, al fatto di cambiare nome e sede legale ma il progetto da cui nasce Fiat Chrysler Automobiles apre un futuro nuovo per la nostra azienda dandole, anche dal punto di vista societario, una statura internazionale, oltre che prospettive di crescita solide e concrete”.
La nuova holding avrà sede fiscale nel Regno Unito cosa che potrebbe avere inciso sulla presenza all'assemblea: vi ha preso parte poco più del 50% del capitale e i “sì” sono stati l'84% dei presenti; i contrari sono stati l'8% del capitale, ovvero circa un terzo dei soci istituzionali. Cosa può significare? Esiste un “diritto di recesso” concesso a soci e creditori dal codice civile e l'ipotesi di un recesso non sembra essere così lontana e irrealizzabile, anzi, se l'esercizio di tale diritto comporterà un costo superiore ai 500 milioni per Fiat, l'operazione potrebbe saltare. Elkann ha subito detto che anche se dovesse avvenire “Non sarebbe un fallimento, l'operazione verrebbe riproposta dopo sei mesi”. Nel dibattito però l'attenzione e la forza con cui si sono sottolineati i rischi di un recesso lasciano pensare.
Marchionne ha ricordato che l'obiettivo è di fare, in cinque anni, di Fca un'azienda con ricavi “superiori a 130 miliardi di euro, un utile operativo di circa 9 miliardi di euro, che è tre volte quello dell'anno scorso e un utile netto di circa 5 miliardi di euro, più di cinque volte quello dell'anno scorso. Ci siamo posti il traguardo di 7 milioni di vetture vendute all'anno aprendoci la possibilità di guadagnare almeno un'altra posizione nella classifica globale dei principali costruttori di automobili. Le nostre vendite saranno distribuite in modo bilanciato nelle quattro aree geografiche, con una presenza significativa anche in Asia”.
Fiat traslocherà? Marchionne: “Siamo radicati nei territori in cui operiamo e vogliamo svolgere un ruolo attivo nello sviluppo delle comunità insieme alle quali abbiamo pianificato la nostra crescita. In tutte le scelte che abbiamo fatto e che faremo, cerchiamo sempre il giusto equilibrio tra logica di profitto e responsabilità sociale, tra ritorno economico e sviluppo sostenibile”.
Giuseppe Bianchi
(1 agosto 2014)
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