Riforma della Scuola
Giannini: "aboliremo l'attuale sistema delle supplenze"
Il Ministro Stefania Giannini (nella foto) ha annunciato una "rivoluzione" che dovrebbe portare alla stabilizzazione di 100.000 precari.
Sarà perché quest’anno il Meeting di Rimini di “Comunione e Liberazione” non aveva ancora occupato molto spazio sui media per l’assenza del Premier Renzi; sta di fatto che ieri l’attenzione è stata attirata dal Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca Stefania Giannini, che grazie a poche frasi ben calibrate si è “guadagnata” grande spazio sui quotidiani. Ne dà notizia, in particolare, “Il Fatto Quotidiano”, con un articolo di redazione.
La notizia “bomba”, se proprio la vogliamo chiamare così, è la presunta “abolizione delle supplenze”, argomento che non era stato inserito tra i “capisaldi” della riforma della Scuola annunciata da Renzi; e per la verità è normale che il Premier non si sia occupato di questo aspetto, che non ha certo niente a che vedere con i “principi rivoluzionari della riforma”, dettati in risposta a quel “vi stupirò”, che aveva tanto incuriosito astanti e lettori.
Ieri a Rimini Stefania Giannini, la “glottologa prestata alla politica”, ha sorpreso tutti annunciando di voler abolire l’attuale sistema delle supplenze nella Scuola. Non ha aggiunto molti particolari, ma dalle sue poche altre parole in merito è facile capire che il punto centrale del suo ragionamento è “la differenza tra organico di diritto ed organico di fatto”.
L’organico “di diritto” è quello che viene fornito ogni anno agli Istituti, semplicemente sulla base delle classi previste e del numero degli studenti. Quello “di fatto” -e lo dice lo stesso nome- è quello che viene concretamente posto in essere durante i mesi dell’anno per consentire il funzionamento delle varie scuole.
Secondo il Ministro Giannini, bisognerebbe passare a quello che ha definito “organico funzionale”, vale a dire un elenco di insegnanti da assegnare agli Istituti scolastici per far fronte a tutte le necessità (ordinarie, ma anche quelle non programmate all’inizio) nel corso dell’anno, senza dover essere costretti -come succede quasi sempre- ad interventi di “emergenza” per coprire i “buchi” nelle varie cattedre.
Questa soluzione potrebbe garantire certamente più autonomia agli Istituti, ma bisognerebbe ricorrere ad assunzioni (secondo “il Fatto Quotidiano” fino a 100.000) al momento difficili da attuare “concretamente”; perché i concorsi vanno autorizzati e, comunque, negli ultimi decenni, a parte la lentezza, non hanno mai risolto compiutamente il problema. Senza contare, naturalmente, la questione della copertura finanziaria, che con i tempi che corrono è sempre “il problema dei problemi”.
Ad ogni buon conto, secondo le linee -molto generiche- tracciate dal Ministro, l’idea sarebbe quella di “stabilizzare “ i c.d. precari delle “graduatorie ad esaurimento” (GaE), che si vedono ogni anno rinnovare la cattedra, che sarebbe invece assegnata a tempo indeterminato, per coprire i “posti vacanti”.
Resterebbe da capire se, nell’annunciata “rivoluzione” del Ministro Giannini, che ha parlato di “abolizione delle supplenze”, troverebbero ancora posto “gli incarichi temporanei”, le c.d. “supplenze brevi”, assegnate con le “graduatori d’Istituto”, che riguardano quasi mezzo milione di insegnati in tutto il territorio nazionale.
Ma per questo occorrerà attendere di leggere il contenuto complessivo della riforma della Scuola annunciata dal Presidente del Consiglio; tenuto conto che, comunque, mancano pochi giorni all’inizio dell’ano scolastico e per eventuali cambiamenti bisognerà attendere ancora un po’.
Quanto all’intervento del Ministro Giannini al Meeting di Rimini, nel quale la studiosa della scienza del linguaggio ha offerto sottili distinzioni tra organico “di diritto”, “di fatto” e “funzionale”; alla fine -come al solito, peraltro- temiamo che a dire la parola fine non saranno le “sottili distinzioni linguistiche”, quanto i “conti” noiosi, ma puntuali, che farà il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, per stabilire se si potrà effettivamente procedere con questa specie di “rivoluzione”, che dovrebbe portare alla stabilizzazione di quasi centomila “insegnanti precari”.
Moreno Morando
(26 agosto 2014)
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