Europee
Renzi: è il momento di accelerare sulle riforme
"L'Italia ha tutte le condizioni per cambiare" ha affermato il Premier, ma il cambiamento passa per una "accelerazione delle riforme" per essere credibili in Europa.
Dopo la vittoria schiacciante del PD alle Europee, con un inaspettato 40,8% coinciso col tracollo di Forza Italia e il ridimensionamento del M5S, Matteo Renzi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, parla di riforme non più prorogabili. "l'Italia c'è - ha affermato il Presidente del Consiglio - e ha tutte le condizioni per cambiare, e per invitare l'Europa a cambiare".
Intervistato poi in serata a Porta a Porta dice: "Quest'Europa non ha convinto. Ma se cambierà le sue politiche di rigore e se si aprirà alla crescita potremo fare un'operazione keynesiana straordinaria in cinque anni: più di 150 miliardi di euro". Quanto alle possibili reazioni tedesche Renzi precisa: "Sono assolutamente convinto che in tutte le istituzioni europee sia molto forte la consapevolezza che ora bisogna cambiare", ha spiegato Renzi, "l'Italia andrà dalla Merkel a mostrare le riforme. Solo così siamo credibili, perché loro le riforme le hanno fatte".
Il premier si è poi concentrato sul merito delle riforme: "Su quella del Senato siamo a un passo dalla soluzione: la commissione ha finito il termine per gli emendamenti e da questa settimana bisogna rimettersi subito in moto e correre. Bisogna superare il bicameralismo perfetto". E incalza: "Messaggio ricevuto: ora è il momento di accelerare su tutto, da questa settimana bisogna rimettersi subito in moto e correre."
La priorità per Renzi resta comunque il rilancio dell'occupazione. La riforma del lavoro "va accelerata", aggiunge Renzi, con l'approvazione del ddl delega perché "su questo punto giochiamo larga parte della nostra credibilità internazionale". E chiude alla possibilità di elezioni anticipate in autunno. A luglio infatti inizierà il semestre di presidenza italiana dell'Ue. Una opportunità che non può subire l'interferenza di una perenne campagna elettorale. "Non abbiamo un problema di flessibilità, - ha aggiunto Renzi - ma di un'Europa che si preoccupi anche di salvare le famiglie e le persone. Non chiediamo di cambiare le regole, chiediamo di cambiare l'impostazione e l'approccio dell'Europa. E lo facciamo partendo dalle istituzioni, non dall'antipolitica o dal populismo. Le prossime settimane renderanno chiaro questo, perchè le discussioni sui vertici non dovranno essere impostate sui nomi, ma su che cosa vogliamo far fare al Parlamento, alla Commissione, al Consiglio, all'Europgruppo".
Francesco Colafemmina
(27 maggio 2014)
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