"Passo dopo passo"
Renzi e Lupi: "basta autorizzazioni per le ristrutturazioni interne"
All'insegna del nuovo slogan del Premier ("passo dopo passo"), una serie di aiuti per famiglie ed imprese. Ma le perplessita' aumentano fra i maggiori opinionisti italiani
Qualche settimana fa era giunto l’invito a Matteo Renzi “a fare presto”, perché “il credito dei mercati è a termine”. Per il bene del Paese, naturalmente, ci auguriamo che non si ricreino i problemi di Instabilità che hanno messo in ginocchio i nostri conti pubblici (già in affanno), come è accaduto nell’autunno del 2011.
Tuttavia, dopo la pirotecnica conferenza stampa tenuta dal Premier al termine del Consiglio dei Ministri di ieri, una rapida occhiata ai quotidiani nazionali ci ha fatto capire che, forse, su quel fronte, se il credito non è esaurito, quantomeno si è fortemente ridotto.
Fino a pochissimo tempo fa, infatti, solo “Il Fatto Quotidiano” e “Libero” -escludendo, ovviamente, i giornali di partito- si collocavano in una posizione di totale contrapposizione e contestazione dell’azione politica e di governo di Matteo Renzi.
Anche il quotidiano della famiglia Berlusconi (Il Giornale), infatti, “ondeggiava” tra l’evidente desiderio del direttore Sallusti di dar “fuoco alle polveri” e le probabili “frenate” dell’editore, per non danneggiare l’accordo raggiunto tra Renzi e Berlusconi con il Patto del Nazareno sulle riforme (e, forse, non solo su quelle).
La musica era già cambiata da un paio di settimane; bastava leggere sul Corriere della Sera le critiche puntuali di Angelo Panebianco o Ernesto Galli della Loggia o le moderate perplessità di Roberto Napoletano sul Sole 24 ore, sulle varie decisioni del Presidente del Consiglio, con particolare attenzione alle “priorità” (da loro non condivise) della sua azione.
Oggi l’unico grande quotidiano a non manifestare forti perplessità sull’esito del CdM di ieri e sulle modalità dell’annuncio dei relativi risultati fatta da Renzi, è rimasto “La Repubblica”; al cui interno, peraltro, si conoscono da tempo i giudizi ampiamente negativi di Eugenio Scalfari sul Premier.
Dario Di Vico sul Corriere della Sera bacchetta pesantemente Renzi per la “scenetta” del gelato (in risposta alla vignetta dell’Economist) e poi si augura che le norme annunciate come una specie di rivoluzione siano, questa volta, “ben scritte e seguite dai decreti attuativi”; descrivendo la conferenza stampa del Presidente del Consiglio come un “film ricco di trama e annunci” e sottolineando come sul taglio delle municipalizzate” non si sia fatto nulla.
Roberto Napoletano, solitamente moderato -in linea con il quotidiano che dirige- sul Sole 24 Ore si limita ad un breve ma “impietoso” commento, ricordando che lui non era d’accordo sugli 80 euro assegnati in quel modo, perché sarebbe stato a suo parere molto più produttivo “usare quei soldi per cancellare l’Irap sul costo del lavoro”. Semplicemente “tranchant” la sua conclusione: “la fiducia delle famiglie si ricostruisce dando un lavoro a chi l’ha perso e una prospettiva a nostri giovani”.
La Stampa di Torino, con la direzione di Mario Calabresi si è sempre caratterizzata, con gli ultimi tre Governi, per un atteggiamento di sostanziale sostegno, in alcuni casi anche più convinto di quello dato da Repubblica.
Questa mattina, tuttavia, in apertura si è dato spazio ad un breve, ma imperdibile, pezzo di Massimo Gramellini, che associa la scena di “Renzi con il gelato” con la canzone “I giardini di marzo” di Lucio Battisti, che infatti inizia con: “il carretto passava e quell’uomo gridava gelato”. E fin qui potrebbe anche andare; il problema è che poi Gramellini consiglia al Premier di concentrarsi più sul secondo verso della stessa canzone :”al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti ….”.
Il tutto accompagnato da un giudizio negativo sulla decisione di organizzare la scenetta del gelato, che Gramellini ha giudicato imbarazzante per tutti i presenti.
Noi speriamo vivamente che i provvedimenti annunciati servano a far ripartire il Paese e ad invertire la tendenza particolarmente negativa di questi ultimi mesi, caratterizzati tutti da una serie di fondamentali economici sfavorevoli, sia in relazione al Pil, ai dati dell’Inflazione (in realtà, siamo in deflazione), che a quelli dell’occupazione.
Con particolare riferimento al c.d. “sblocca Italia”, abbiamo già dato conto degli aspetti più eclatanti dei provvedimenti adottati ed il programma di far ripartire molte grandi opere ferme al palo.
Ci sembra importante, tuttavia, sottolineare anche quelle parti che occupano forse meno spazio negli annunci, ma che sono invece estremamente importanti per il semplice cittadino o la piccola impresa.
Ad esempio, si evidenzia che nei provvedimenti adottati dal CdM è previsto che chi ha intenzione di ristrutturare la sua casa, non avrà più bisogno di richiedere l’autorizzazione. Il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha, infatti, spiegato che basterà una semplice “comunicazione edilizia” al comune. Naturalmente, non deve trattarsi di un “aumento di cubatura”, ma di una “ristrutturazione interna”.
Lupi ha anche annunciato che nel decreto legge c.d. “sblocca Italia” sono contenute le agevolazioni fiscali per chi compra casa a la affitta ad un prezzo concordato, perché la volontà è quella di incentivare “il mercato dell’affitto e quello immobiliare”, ha aggiunto.
Secondo l’Esecutivo, infatti, per far ripartire il Paese sono certamente importati le grandi opere; ma lo sono anche tutta quella serie di piccoli interventi che devono essere indirizzati per aiutare le famiglie e le piccole e le medie imprese.
Come, ad esempio, la conferma dell’ecobonus e di altri interventi sulla stessa linea del passato, più altre misure a favore del settore edilizio. Tra le quali, il Premier ed il Ministro Lupi hanno sottolineato che “l’Inail ha dato l’ok per sbloccare 200 milioni di euro per investimenti immobiliari entro dicembre”.
Moreno Morando
(30 agosto 2014)
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