Sollecito all'AGCOM
Il Consiglio di Stato alla chiusura degli uffici postali risponde con il postino a domicilio munito di palmare
L'Autorita' non può più esimersi dal dettare nuovi criteri da imporre a Poste Italiane per rendere più accessibili i servizi postali in ragione delle aree geografiche e della disponibilità di servizi alternativi fruibili dalla popolazione, specie da quella più anziana e con minori possibilità di movimento.
Il Consiglio di Stato con una sentenza del 27 maggio ha esortato l’Agcom, oggi l’Autorità che regola e vigila anche i servizi di Poste Italiane, a puntare su nuovi metodi di accesso ai servizi postali.
Per chi vive in luoghi impervi, montani, o lontani da un ufficio postale, potrebbe essere la modalità alternativa per garantirsi l’accesso al servizio universale.
Il pronunciamento del giudice Amministrativo è conclusivo di una vicenda sorta nel dicembre 2012, quando Poste Italiane ha comunicato al Comune di Potenza la chiusura al pubblico dell’ufficio postale sito nella frazione di Avigliano Scalo.
Secondo Poste Italiane, la chiusura dell’ufficio era motivata in ragione dell’impossibilità di garantirne l’equilibrio economico. Troppe spese e poco guadagno.
A causa della chiusura di tale ufficio postale, la popolazione locale sita in una zona interna rurale e montana, era stata costretta a percorrere la distanza di non meno di km 5,3 per raggiungere l’ufficio postale più vicino.
Insorto il Comune di Potenza, come ente esponenziale degli interessi della collettività, aveva raggiunto innanzi al TAR l’apertura dell’ufficio postale per tre giorni alterni alla settimana, per complessive 18 ore.
Oggi il Consiglio di Stato, pronunciatosi a seguito di appello di Poste Italiane, che ha rigettato, ribadisce la necessità di garantire universalmente e senza distinzioni l’accesso ai servizi postali, utilizzando (anche) metodi innovativi.
Sul punto è stata decisiva nel giudizio l’interpretazione della normativa e del contratto di programma tra Ministero dell’Economia e Poste Italiane, che disciplina i criteri di distribuzione degli uffici postali sul territorio.
Seppur apparentemente, dice il Consiglio di Stato, la regolamentazione italiana non fa riferimento nella dislocazione degli uffici alle particolari conformazioni di alcune aree geografiche (prendendo in riferimento sola il criterio della distanza), la normativa comunitaria richiama l’attenzione proprio sul ruolo delle reti postali nelle regioni montuose e insulari, al fine di integrare gli operatori economici nell’economia nazionale e di soddisfare le esigenze degli utenti, assicurando la coesione sociale e territoriale.
Se è vero che gli uffici postali cd. marginali rappresentano verosimilmente un costo elevato per Poste italiane, è vero anche che il loro ridimensionamento, ovvero la loro razionalizzazione, non può avvenire seguendo una logica solamente di tipo economico e senza prevedere valide alternative.
L’alternativa possibile e non più eludibile è di garantire l’accesso ai servizi nelle zone disagiate anche per il tramite di portalettere muniti di dispositivi tecnologici multifunzionali.
Il giudice, che prende spunto da una recente delibera dell’Agcom, ha affrontato il tema dei punti di accesso alla rete postale proponendo una estensione del servizio di accettazione presso il domicilio del cliente.
Oltre l’invio di posta raccomandata, l’utente potrebbe usufruire di servizi non strettamente postali, come il pagamento dei bollettini premarcati per le utenze domestiche.
Per fare tutto ciò, ed imporre a poste italiane una condotta che garantisca l’accesso permanente al servizio a tutti i luoghi del nostro territorio, è determinante un intervento dell’Autorità di settore.
Il giudice ha quindi esortato l’Agcom che, nell’esercizio dei suoi poteri regolatori, dovrà stabilire nuove modalità aggiornate di individuazione dei punti di accesso postali con servizi alternativi validamente fruibili dalla popolazione.
Poste Italiane dovrà così attenersi ai nuovi criteri fissati. La ragionevolezza, dunque, si impone a salvaguardia di un’intera popolazione locale.
Luca Tosto
(10 giugno 2014)
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