Riforme
Divorzio Immediato: il si della Commissione giustizia
Un nuovo passo in avanti per semplificare e rendere più celere l'addio tra i coniugi. Ok agli emendamenti proposti al disegno di legge sul "divorzio breve.
La Commissione giustizia del Senato, nella seduta del 19 novembre ha dato l’ok agli emendamenti proposti al disegno di legge cosiddetto del “divorzio breve”.
Così il Parlamento ha definitivamente aperto la strada allo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio in via “diretta”, che potranno essere richiesti da entrambi i coniugi, con ricorso congiunto presentato esclusivamente all'autorità giudiziaria competente, anche in assenza di separazione legale, quando non vi siano figli minori, figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ovvero figli di età inferiore ai 26 anni economicamente non autosufficienti.
Il provvedimento poi, che ha visto una maggioranza spaccata e contrasti interni anche ai singoli gruppi della Commissione, disciplina anche la fase della separazione accorciando, rispetto la legge attuale, i tempi per ottenere il divorzio.
Mentre oggi devono passare tre anni a far tempo dalla avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al Presidente del Tribunale nella procedura di separazione personale (anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale), nel disegno di legge si passa a 12 mesi (nel caso di separazione giudiziale) e soli 6 mesi in quella consensuale.
Sul fronte economico, infine, è stato accolto l’emendamento al disegno di legge circa la comunione dei beni tra marito e moglie, dove si stabilisce che questa venga meno nel momento esatto in cui il giudice concede l’autorizzazione ai due coniugi a vivere separati oppure alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale, purché omologato.
Le novità sul divorzio breve vanno ad aggiungersi a quelle, contenute nella mini riforma al processo civile che consentiranno (dall’11 dicembre) di semplificare le procedure di scioglimento dei legami affettivi, senza andare in tribunale, anche di fronte al Sindaco.
Se per alcuni il mantenere la necessità del passaggio per la fase della separazione personale, finisce per costituire, di fatto, una vessazione nei confronti di due persone che, come liberamente hanno deciso di unirsi in matrimonio, così altrettanto liberamente stanno decidendo di separarsi, per altri la previsione di un'ipotesi di divorzio non subordinata ad una precedente fase di separazione personale costituisce una innovazione radicale suscettibile di creare difficoltà e incertezze sul piano sistematico e di avere effetti negativi nella prassi applicativa.
Luca Tosto
(23 novembre 2014)
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