Spending review
L'obiettivo finale è eliminare 7.000 partecipate pubbliche, risparmiando 3 miliardi
Il Commissario Straordinario per i tagli e la revisione della spesa pubblica ha illustrato le sue proposte sulle società partecipate.
Il 27 agosto scorso abbiamo pubblicato la sintesi del lavoro del Commissario Straordinario alla spending review Carlo Cottarelli sui bilanci 2012 delle società partecipate. Partendo da quelle analisi, Cottarelli ha voluto spiegare la ratio del lavoro svolto, che nelle intenzioni del Presidente del Consiglio dovrebbe poi portare ad una drastica riduzione delle “municipalizzate”, da 8.000 a 1.000.
Cose del genere, in realtà, in Italia non sono mai accadute, quindi è quanto mai interessante seguire un percorso che, alla fine, dovrebbe portare a risparmio nell’ordine di 500.000 milioni di euro nel 2015, con l’eliminazione di almeno 2.000 società partecipate come primo step; per arrivare a tre miliardi in un periodo massimo di 4 anni, grazie alla “violenta sforbiciata” (in termini di numeri) auspicata dal Premier.
Il tutto si dovrebbe concretizzare, come annunciato al termine del CdM di venerdì scorso, nella Legge di Stabilità; ed è in questa sede che il Commissario Cottarelli ritiene che dovrebbero essere inserite tutte le norme e le sanzioni per gli enti che si rifiutassero di procedere a tagli, chiusure e dismissioni. Tenendo conto, ovviamente, della negativa esperienza delle previsioni (simili, almeno nelle intenzioni) contenute nelle Legge Finanziaria del 2008, che ha dato un esito assolutamente fallimentare, dato che -ad avviso di Cottarelli- si è lasciato che a decidere discrezionalmente fossero le “amministrazioni partecipanti”.
La cosa strana è che non si sa nemmeno quante siano di preciso queste c.d. “società partecipate. Al Mef parlano di 7.726; ma secondo la banca dati della Presidenza del Consiglio, invece, sarebbero oltre 10.000. Direi che come inizio di una stagione che dovrebbe portare allo snellimento ed alla razionalizzazione in un settore che brucia miliardi di danaro pubblico, non è molto incoraggiante; anche perché, come si è detto in apertura, Renzi aveva parlato di “8.000”. Tuttavia, Carlo Cottarelli non demorde ed in ogni caso preferisce lavorare sui dati “peggiori”, cioè quelli che ne prevedono addirittura 10.000.
L’obiettivo che si è prefisso il Commissario alla spending review, come si è detto, è un risparmio di tre miliardi nell’arco di 4 anni, tenuto conto di tutti gli sperperi nascosti nei vari rivoli dei bilanci delle partecipate. Si pensi, solo a titolo di puro esempio, che tutte queste partecipate hanno prodotto 37.000 incarichi nei cda e 26.500 amministratori.
Il rapporto redatto da Cottarelli chiarisce anche quelli che dovrebbero essere i legittimi campi di intervento e di azione delle partecipate, che -a suo avviso- dovrebbero, in ogni caso, essere sempre strettamente limitati ai “compiti d’istituto” dell’ente controllante. Mentre, a quanto pare, ci sono molti esempi poco edificanti, da questo punto di vista (soc. comunali o regionali che producono uova o prosciutti).
L’analisi e le proposte di Cottarelli sono improntate all’obiettivo di evitare il “rischio di creare perdite a carico della collettività” ed a questo scopo propone alcune soluzioni , come quella del limite alle partecipazioni “indirette e di secondo grado” ed alla “detenzione di partecipate da parte di piccoli comuni”.
Il Commissario Straordinario alla spending review suggerisce anche “l’uscita dalle quote di minoranza” particolarmente basse e la chiusura immediata di quelle che definisce “scatole vuote”, con riferimento alle 3.000 aziende con meno di 6 dipendenti.
Queste le proposte di Cottarelli : ora la parola passa alla politica.
Moreno Morando
(2 settembre 2014)
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