Social network e p.a.
Twitter ed atti amministrativi
L'utilizzo di Twitter da parte delle pubbliche amministrazioni e la forma degli atti amministrativi in un'importante decisione del Consiglio di Stato.
Gli spazi di social networking rappresentano una grande opportunità per la PA, non solo per informare e comunicare in maniera efficace, ma anche per costruire una relazione di fiducia con i cittadini.
In particolare Twitter, per la brevità dei suoi messaggi e per l’utilizzo sempre più diffuso come fonte di informazione e aggiornamento in tempo reale, rappresenta uno dei canali ideali che la Pubblica Amministrazione può sfruttare per comunicare in modo nuovo con i suoi utenti.
Numerose amministrazioni dell’Unione Europea, in particolare il Governo britannico, usano detto sistema (cfr. Template Twitter strategy for Government Departments).
Anche in Italia il fenomeno di impiego di simile tecnologia e' diffuso: secondo uno studio presentato al Politecnico di Torino dal ricercatore Giovanni Arata a settembre 2012 esistevano 3,64 milioni di profili registrati su Twitter in Italia.
Di questi, 291 erano i profili riconducibili ad enti locali e ministeri (fogli di calcolo disponibili sul Database #TwitterPA 2012): 236 account appartenenti ai Comuni (81,1% del totale), seguiti da Province (12,7%) e Regioni (7%). I Ministeri rappresentavano solo il 2,8% del totale.
Epperò deve riflettersi sul dato che, seppure lo strumento in argomento può rivelarsi utile alla comunicazione ed alla informazione, qualche dubbio, consistente ed importante, sorge.
Si discute, in particolare, sulla possibilità di impiegare un social network per l'esercizio di attività amministrativa in senso stretto e proprio. A tale riguardo e' intervenuta un'importante decisione del Consiglio di Stato.
La sentenza n. 769/2015 si occupa, fra l’altro, dell’impugnativa del tweet di un Ministro che preannunciava la richiesta ad un Comune di sospendere determinati lavori, in attesa della verifica del progetto.
Il Consiglio di Stao ha osservato che “gli atti dell’autorità politica, limitati all’indirizzo, controllo e nomina ai sensi del decreto legislativo n.165 del 2001, debbono pur sempre concretarsi nella dovuta forma tipica dell’attività della pubblica amministrazione, anche, e a maggior ragione, nell’attuale epoca di comunicazioni di massa, messaggi, cinguettii, seguiti ed altro, dovuti alle nuove tecnologie e alle nuove e dilaganti modalità di comunicare l’attività politica”.
Giovanni Tartaglia Polcini
(7 giugno 2015)
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