Effetti della crisi sulle famiglie
Meno acquisti, meno investimenti e piu' risparmi
Secondo la Cgia di Mestre le famiglie sono indebitate per un importo medio di 19.251 euro, ma con la crisi hanno privilegiato il risparmio
Secondo una ricerca dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre riferita al 2013, di cui dà notizia Adnkronos, ogni famiglia italiana è mediamente indebitata con le banche o gli istituti creditizi per una somma di 19.251 euro. Il passivo totale ammonta a 496,5 miliardi di euro.
La Cgia specifica che dall’inizio della crisi, cioè dal 2007, il debito medio nazionale delle famiglie è aumentato del 35,1%, anche se dal 2011 si è poi registrato un calo. Da segnalare, ricorda sempre Adnkronos, che l’inflazione in questo periodo (2007-20013) è aumentata del 13,4%.
Le esposizioni più alte vengono segnalate in Lombardia, dove ad esempio nella provincia di Monza-Brianza il debito medio è di 27.544 euro. Al contrario, il debito medio più basso si registra ad Enna, con 8.371 euro.
La Cgia precisa che per indebitamento medio delle famiglie si intende “quello originato dall’accensione di mutui per l’acquisto di una abitazione, dai prestiti per l’acquisto di un’auto-moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili”.
Giuseppe Bortolussi, della Cgia di Mestre, ha precisato cha la crisi economica ha determinato un minore indebitamento, privilegiando il risparmio; tanto che tra il 2011 ed il 2013 “i depositi delle famiglie consumatrici sono aumentati in media del 12% a livello nazionale”. Questo per Bortolussi dipende dalla paura che la situazione generale peggiori, determinando conseguentemente “meno acquisti, meno investimenti e più risparmi”.
Da ultimo, la Cgia sottolinea che in Italia esiste anche “un ampio mercato del prestito informale che non transita per i canali ufficiali. Vista la forte contrazione degli impegni bancari avvenuta in questi ultimi anni”, ha concluso Bortolussi, “non è da escludere che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell’usura assuma dimensioni preoccupanti”.
Del resto, non bisogna mai dimenticare che nonostante gli interventi e le decisioni assunte negli ultimi mesi dalla Bce presieduta da Mario Draghi, con il perentorio “invito” alla banche dell’eurozona ad erogare credito alle imprese e -per quello che interessa in questa sede-, alle famiglie; i risultati sotto questo aspetto sono stati particolarmente deludenti.
Basti pensare che in occasione dell’abbassamento ulteriore del tasso di sconto, la Bce era stata costretta a ricorrere ad una sorta di “contromisura punitiva”, per evitare che le banche prendessero i soldi da Francoforte e poi, invece di aumentare il credito a famiglie ed imprese, comprassero titoli di Stato; come è in effetti accaduto l’anno scorso.
Non è da escludere, pertanto, che il ricorso a quello che Bortolussi chiama molto diplomaticamente “credito informale”, sia dovuto anche al rifiuto degli Istituti bancari di allargare i cordoni della borsa.
Moreno Morando
(14 agosto 2014)
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