Economia reale
Al via il progetto Bce per dare credito alle imprese
Si tratta del Tltro, un credito agevolato alle banche a condizione che i soldi siano "girati" alle imprese. In Italia arriveranno 52 miliardi
Il Sole 24 Ore, con un articolo firmato da Marco Ferrando, dà notizia che i vertici delle più grandi banche italiane hanno ormai deciso di chiedere alla Bce 51,8 miliardi di euro per finanziare le piccole imprese.
Il tutto nell’ambito del progetto messo a punto da Mario Draghi noto con l’acronimo Tltro (Targeted long term refinancing operations), che sostanzialmente sostituisce il precedente (fallimentare) piano denominato Ltro (senza la T, in pratica), che si avvia alla conclusione con il risultato di aver completamente mancato l’obiettivo di iniettare liquidità nell’economia reale.
Infatti, all’atto pratico, dei 255 miliardi ottenuti dalle banche italiane tra il 2011 e l’inizio del 2012, alla fine di giugno ne risultavano ancora 160 “in pancia”, cioè non utilizzati per il fine che si era prefissa la Bce; ed ora, ovviamente, saranno rimborsati. Molte di queste risorse, in realtà, sono state usate dalle banche per comprare titoli di stato.
Con il nuovo progetto della Bce, tuttavia -cioè quello con la T in più (il Tltro)- questo uso “distorto” dei fondi agevolati non sarà più possibile, perché se non saranno prestati alle imprese dovranno essere restituiti ed, inoltre, “chi non presta non potrà partecipare alle nuove Tltro”. In pratica, sono prestiti agevolati “condizionati”; e francamente c’è da chiedersi perché questa cosa (sacrosanta) non sia stata fatta prima.
Infatti, per cercare di uscire dal tunnel della crisi economica che affligge l’eurozona -e non solo- è assolutamente indispensabile aprire i rubinetti del credito per iniettare linfa vitale nelle casse delle piccole imprese e sperare che si apra un “circolo virtuoso” che porti all’aumento dei consumi, della produzione, dell’occupazione e conseguentemente del Pil.
Draghi ha annunciato che la prima delle otto assegnazioni di fondi previste avverrà a settembre e la seconda a dicembre, per un totale previsto per l’anno in corso pari a circa 400 miliardi e con l’ambizioso obiettivo di arrivare, entro tre anni, all’astronomica cifra di 1.000 miliardi di euro.
Per quanto riguarda le banche italiane, le procedure di rito sono in corso da tempo e la Banca d’Italia ha rilasciato i relativi documenti ai primi di agosto. Come si è detto, si tratta di 51,8 miliardi, richiesti in particolare da Intesa S. Paolo (17 mld), Unicredit (fino a 15 mld) ed altri gruppi per cifre minori, incentivati da un tasso fisso molto basso (0,25%) con scadenza quadriennale e, cosa più importante -visti i brutti precedenti- che possono essere destinati “esclusivamente” al finanziamento delle imprese; in caso contrario le banche dovranno restituire le somme in anticipo alla Bce.
Moreno Morando
(20 agosto 2014)
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