Blocco dei contratti nel pubblico impiego
Ultimatum di Cgil, Cisl e Uil al Governo Renzi
I segretari generali chiedono un'immediata smentita alle voci di proroga del blocco degli stipendi per altri 2 anni.
Dopo l’intervista del Ministro Poletti e la sua apertura all’ipotesi di un prelievo sulle pensioni, le polemiche che ne sono seguite immediatamente e la smentita di Renzi via twitter, oggi ha cominciato a girare un’altra voce : quella che il Governo intenda bloccare gli stipendi dei dipendenti pubblici per altri due anni.
La reazione delle organizzazioni sindacali non si è fatta attendere. Sul fronte delle pensioni, Carla Cantone, segretaria generale S.p.i. Cgil ha immediatamente minacciato una mobilitazione, sottolineando che è ora di “lasciare in pace i pensionati, che hanno già perso il 30% del potere d’acquisto negli ultimi 15 anni, grazie alle manovre dei vari Governi”.
Quanto ai dipendenti statali, i sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil chiedono un’immediata smentita a Renzi ed al Ministro Madia. In caso contrario, avvertono, la reazione sarà durissima e il dopo ferie sarà semplicemente incandescente. Le organizzazioni sindacali contestano l’idea di intervenire continuamente sullo stipendio dei dipendenti pubblici e sul loro sacrosanto diritto “al rinnovo del Contratto nazionale”.
I segretari generali del pubblico impiego evidenziano che negli ultimi quattro anni il numero dei dipendenti è calato, così come la spesa per il personale ed il reddito da lavoro, mentre “la spesa pubblica è aumentata fino a sfuggire completamente al controllo rispetto al Pil”.
Le OO.SS. contestano al Governo Renzi una precisa continuità con le scelte sbagliate degli Esecutivi precedenti. Ritengono “incoerente ed approssimativo annunciare da un lato un’epocale stagione di riforma della pubblica amministrazione, per poi prefigurare un ulteriore blocco della contrattazione per i prossimi due anni”.
In questo modo, secondo i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, “si sta scegliendo di colpire ancora una volta e apertamente le lavoratrici ed i lavoratori pubblici”. Il messaggio che i sindacati lanciano al Premier ed al Ministro Marianna Madia è chiaro ed inequivocabile :”l’unica cosa di epocale (ndr :nel caso il Governo adottasse questa misura) sarebbe lo scontro che si aprirebbe con tutto il settore del lavoro pubblico”.
Attendiamo la reazione del Presidente del Consiglio al suo ritorno dall’Iraq; tuttavia, ci deve essere sicuramente qualcosa da registrare nel circuito comunicativo dell’Esecutivo, perché questo continuo rincorrersi di voci incontrollate e di successive smentite non giovano proprio a nessuno.
Se in altre situazioni ci poteva essere il dubbio sulla fondatezza delle voci che avevano scatenato le relative contestazioni; questa volta -quanto meno per quello che riguarda l’intervento sulle pensioni più alte- l’ipotesi, poi smentita categoricamente dal Premier, proveniva niente meno che dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del suo Governo.
Moreno Morando
(20 agosto 2014)
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