Riforma della P.A.
Sindacati critici: per Cgil serve intervento su appalti e corruzione
Camusso: "Serviva più coraggio". Bonanni: "Non c'è un disegno compiuto". Foccillo: "accanimento sui lavoratori della PA"
Per Susanna Camusso, leader della Cgil le misure varate dal Governo per un riordino della pubblica amministrazione “non avranno alcuna ricaduta positiva nel rapporto tra cittadini e amministrazioni pubbliche non incidendo sull’organizzazione degli uffici. Assente è anche una decisa spinta alla privatizzazione completa del rapporto di lavoro pubblico, una misura che la Cgil chiede con forza convinta che sarebbe questa una vera e proficua riforma del lavoro pubblico”.
La Cgil auspicava quindi “una maggiore dose di coraggio dal Governo nell’affrontare il tema del riordino della pubblica amministrazione”.
Poi sulle misure anti corruzione: “Rappresentano un passo nella giusta direzione – sottolinea la Camusso - che va ora completato con una profonda riforma della legge sugli appalti e sui meccanismi profondi che fino ad ora hanno facilitato la corruzione e la concussione.
Condivisibile – inoltre - è la decisione di aver scelto un’unica Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e contro la corruzione e di averla affidata a Raffaele Cantone. Cosi come è apprezzabile aver promosso una donna, Rossella Orlandi, ai vertici dell’Agenzia delle Entrate. In direzione opposta e scelta contraddittoria con l’intenzione del governo di operare uno netto contrasto alla corruzione è invece l’eliminazione della catena delle responsabilità solidale verso i lavoratori delle ditte in subappalto. Si viene infatti a creare una situazione che relega questi lavoratori in una terra senza più regole a tutela del lavoro e dei diritti. Eliminare la solidarietà sociale delle imprese non è semplificazione, ma la rinuncia a creare una catena virtuosa e trasparente degli appalti, abbandonando la strada della qualità e della responsabilità delle imprese nei confronti dei lavoratori e del sistema pubblico”.
Per correggere queste che Camusso definisce “distorsioni” il leader della Cgil si augura “che la giusta e corretta assunzione di responsabilità della politica nei confronti della piaga corruttiva, invocata anche oggi da Matteo Renzi, porti il governo a correggere queste pericolose distorsioni”.
La replica del ministro della Funzione pubblica Marianna Madia: “Quando proponiamo un grande progetto di cambiamento al sindacato dico, nella legislatura in cui la politica ha tolto il finanziamento pubblico, che non è responsabile fare opposizione perché rispondiamo a una richiesta sociale” con interventi che “non sono punitivi”.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio: “Un altro grande sforzo per un'Italia semplice e coraggiosa. Più competitivi con una pubblica amministrazione efficiente, meno tasse per le imprese e meno privilegi. #celafaremo”.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parlando della riforma della pubblica amministrazione e, in particolare, della norma sul mobilità per i dipendenti pubblici entro 50 chilometri senza l’assenso del lavoratore: “Non credo che ci siano motivi per cui non debba piacere. Credo - ha proseguito - che in Italia ci sia un sacco di gente che si sposta. Molto mestieri prevedono di spostarsi e di muoversi e credo che se le cose vengono fatte in maniera razionale, ragionevole e motivata non ci sia nessuna ragione per rifiutare una logica, se ragionevole e figlia della volontà di dare un miglior servizio ai cittadini, tenendo conto naturalmente anche delle legittime esigenze dei lavoratori”.
Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: “Non mi pare che ci sia un disegno compiuto, non capisco perché non si leghi la riforma della pubblica amministrazione con la lotta alla corruzione dilagante. Rimangono in piedi le questioni degli appalti”. E su un eventuale sciopero per i permessi sindacali: “Non vale la pena, saremo gandhiani - ha detto - la nostra protesta sarà gandhiana”.
Antonio Foccillo, segretario confederale Uil: “La tanto sbandierata riforma della P.A. del Governo Renzi è stata varata. E come era prevedibile non è certamente in grado di valorizzare la pubblica amministrazione né chi ci lavora. Come si fa a considerare 'riforma' una proposta che, ancora una volta, si accanisce con i lavoratori pubblici e, nello stesso tempo, determina un incremento della tassazione imponendo l’aumento del 12% del bollo dell’auto?”.
Giuseppe Bianchi
(15 giugno 2014)
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