Beni Culturali
Franceschini: "non c'e' solo Pompei, il Colosseo o Venezia"
Il Ministro intende valorizzare "l'Italia delle grandi bellezze", con grande attenzione anche per i "percorsi religiosi"
In un’intervista rilasciata a Mattia Feltri e pubblicata su La Stampa, il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha ribadito le linee guida della sua azione alla guida del Ministero che si occupa di oltre il 50% di tutti i beni artistici esistenti nel mondo, vale a dire quelli di proprietà dello Stato italiano.
In primo luogo, il politico ferrarese ha giustificato le iniziative in tono minore organizzate in occasione del bimillenario della morte dell’imperatore Augusto (lo scorso il 19 agosto), dovute “alla mancanza di continuità di governo”, dato che “negli ultimi tre anni e mezzo si sono alternati cinque ministri della Cultura”.
Il Ministro Franceschini ha poi insistito su un concetto che lo caratterizza fin dal primo momento in cui si è assunto l’incarico di Governo : l’idea è di innovare il sistema di fare cultura e turismo in Italia, all’insegna dello slogan “valorizzare significa tutelare e tutelare significa valorizzare.
Per Franceschini, naturalmente, è essenziale investire di più per la Cultura e, a questo proposito, spera di raddoppiare i fondi a disposizione, portandosi a livello di quanto investono in Francia. Per il Ministro, tuttavia, serve vivacità ed iniziativa, soprattutto ora che il Governo ha varato l’Art Bonus, che prevede un credito d’imposta del 65% per aziende o privati che investono in un sito o in un museo.
Il Ministro dei Beni Culturali, sollecitato da Mattia Feltri sull’iniziativa che ha portato ad “illuminare Pompei di notte”, ha peraltro evidenziato che l’attenzione del Governo non è mirata solo ai grandi siti come Pompei o il Colosseo, gli Uffizi o Venezia. L’obiettivo è anche quello di “recuperare il patrimonio minore , sterminato e meraviglioso”, con particolare riferimento alla situazione del turismo nel Sud, che al momento “attira” solo il 15% di tutti i visitatori che vengono nel nostro Paese.
Su questa linea, Dario Franceschini ha annunciato la sua intenzione di avviare “una seria operazione di marketing all’estero”, perché la grande sfida è cercare di “valorizzare tutto”, compresi i nostri percorsi religiosi, tanto belli quanto lasciati alla libera iniziativa dei volontari. Secondo il Ministro “tutelare la bellezza italiana, in cui beni culturali e paesaggio sono inscindibili, significa produrre ricchezza e crescita”.
Si tratta, è di tutta evidenza, di introdurre concetti innovativi nella vecchia e tradizionale concezione che finora ha caratterizzato la gestione dei Beni Culturali in Italia; ma per far questo serve una dirigenza che -oltre a disporre dell’indispensabile competenza in materia- sia in grado anche di fare sintesi tra “tutela e valorizzazione”, con il giusto spirito manageriale.
Franceschini ha, infatti, chiarito che nessun museo al mondo si mantiene solo grazie ai biglietti d’ingresso; è “l’indotto che si sviluppa attorno a cambiare le cose, creando posti di lavoro e ricchezza”.
L’idea sembra essere quella di introdurre una politica dell’incentivazione, basata su una sorta di produttività (senza cadere nella “mercificazione”, precisa), tanto che da ora in avanti i musei riceveranno i contributi anche in base all’incasso, “fermo restando una base fissa”.
Moreno Morando
(24 agosto 2014)
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