Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Poletti: "non c'e' nessun progetto di intervento sulle pensioni"
Il Ministro ha smentito qualsiasi ipotesi di intervento sulle pensioni nella prossima Legge di Stabilita'. Ma tutto era nato da una sua intervista
Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti viene indicato da tanti opinionisti come uno dei componenti più esperti dell’Esecutivo guidato da Matteo Renzi. Infatti, la lunga esperienza fatta negli enti locali (comune e provincia), nella politica locale (segretario del PCI a Imola) e, soprattutto, alla guida del colosso della Lega delle Cooperative, gli hanno procurato una conoscenza dei problemi pratici che molti suoi colleghi di governo -per la giovane età- non possono certamente avere.
Tuttavia, nella conferenza stampa di ieri al Meeting di Rimini ha dato a molti l’idea di stare sulla difensiva. Rispetto alle voci ricorrenti di una sua possibile sostituzione, ha affermato di “sentirsi stabilissimo”. C’è un adagio di origine medievale (“excusatio non petita, accusatio manifesta”, cioè “scusa non richiesta, accusa manifesta”) secondo il quale l’eccessiva difesa delle proprie parole o del proprio comportamento, anche se la situazione potrebbe non richiederlo, spesso potrebbe rivelare la “colpevolezza” di chi parla.
Il Ministro del Lavoro ieri ha affermato che “nella Legge di Stabilità non ci sarà nessun intervento sulle pensioni più alte” ed ha poi cercato di precisare di non aver mai detto il contrario, ma di essersi solo limitato -su specifica domanda- ad una valutazione su “un principio di equità : di fronte ad una situazione nella quale questo Paese deve trovare un modo per gestire insieme alla crescita l’equità, dobbiamo trovare una modalità che lo consenta”.
Poletti, ha quindi spiegato -e ne dà conto TMnews- che “senza far riferimento ad alcun progetto o strumento, ho detto che ci vuole un atto o una possibilità di avere un atto di solidarietà dentro un sistema previdenziale perché è di questo che si stava parlando”.
Le sue parole, contenute nell’intervista pubblicata il 17 agosto scorso dal Corriere della Sera, avevano scatenato un vero e proprio putiferio, con reazioni da parte sindacale, dell’opposizione, ma anche dall’interno della stessa maggioranza di Governo. Ciò è tanto vero che, due giorni dopo, il Premier -in quel momento in visita in Iraq- si era visto costretto ad intervenire smentendo categoricamente l’ipotesi di tassare le pensioni “alte”.
Il termine “pensioni alte”, peraltro, aveva ingenerato parecchi equivoci; tanto che molti avevano parlato di 3.000-3.500 euro, ma il Sottosegretario al M.E.F. Pier Paolo Baretta aveva accennato anche ad importi più bassi. Da quel momento, si era parlato di un’irritazione sempre più grande di Renzi nei confronti di Poletti, che avrebbe involontariamente alimentato una nuova polemica su un tema sensibilissimo come quello delle pensioni.
Il Ministro del Lavoro, quindi, ieri ha smentito tutto, precisando che “come ha detto Renzi : non c’è nessun progetto, anche il direttore dell’INPS ha detto che né Governo né Ministro né Palazzo Chigi hanno chiesto di fare progetti in questo senso”.
Insomma, pare di capire che -anche in questo caso- la colpa sarebbe tutta dei media che si sarebbero inventati un intervento sulle pensioni che nessuno aveva ipotizzato.
Il problema è che il Ministro Giuliano Poletti, nell’intervista del 17 agosto al Corriere della Sera, di cui anche il “Quotidiano della PA” ha dato puntuale notizia, si era dichiarato favorevole ad un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte o al ricalcolo delle pensioni più alte con metodo contributivo, “a patto che siano collegati agli interessi a sostegno dei lavoratori che altrimenti rischierebbero di finire esodati”.
Tutti i media italiani avevano interpretato nell’unico modo possibile e nessuno, nelle ore successive, aveva provveduto a smentire alcunchè, rispetto ad una “eventuale errata interpretazione” delle frasi del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Moreno Morando
(29 agosto 2014)
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