"Denaro sporco"
Cgia: "il sommerso criminale in Italia vale 170 miliardi l'anno"
L'Ufficio Studi dell'Associazione Artigiani di Mestre ha elaborato il suo rapporto anche sulla base dei dati forniti dalla Banca d'Italia
Il 9 luglio scorso il “Quotidiano della P.A.” ha pubblicato un articolo intitolato “Allarme della Banca d’Italia : segnalate operazioni sospette per 84 miliardi”. Si trattava delle segnalazioni pervenute negli ultimi anni all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia. Operazioni ambigue denunciate da intermediari finanziari (banche, ma non solo), riguardanti per la gran parte “attività di riciclaggio”.
L’Ufficio Studi della Cgia di Mestre si è avvalsa anche di questo rapporto redatto dalla Uif per studiare a fondo il fenomeno e lanciare in conclusione un vero e proprio allarme, sottolineando che “l’economia criminale in Italia vale 170 miliardi l’anno”. Ne danno notizia Repubblica.it e adnkronos.
Il segretario Giuseppe Bortolussi ha precisato che si tratta di un’elaborazione dell’Ufficio Studi sulla base dei dati forniti da Bankitalia, con la precisazione che la nostra banca centrale -secondo le indicazioni stabilite dall’Ocse- non comprende i proventi da furti, rapine, usura ed estorsioni.
Mentre sono inserite le transazioni illecite, derivanti da accordi tra venditore e acquirenti, in relazione ai reati di contrabbando, prostituzione gioco d’azzardo, ricettazione, traffico di stupefacenti, smaltimento illegale di rifiuti, ricettazione ed altro.
Bortolussi precisa che la stima della Cgia fa riferimento alla testimonianza fornita al Parlamento da Anna Maria Tarantola (ora presidente della Rai), che quantificò il valore presunto del “sommerso criminale” nel nostro Paese.
Questo approfondimento dell’Ufficio Studi degli Artigiani di Mestre, oltretutto, arriva proprio a pochi giorni dall’introduzione del nuovo metodo europeo denominato “Esa 2010”, in base al quale l’Istat, da settembre, dovrà inserire -ai fini del calcolo del prodotto interno lordo- anche la stima presunta delle attività illegali, di cui più volte abbiamo trattato sul nostro quotidiano.
Secondo le previsioni, si tratterebbe di importi variabili tra i 16 ed i 32 miliardi; ma il quotidiano “Il Foglio” ha invece sottolineato che le somme saranno molto meno significative. Al contrario, ora, la Cgia di Mestre sostiene che le cifre derivanti dalle attività criminali sarebbero molto, ma molto più consistenti; anche se va nuovamente evidenziato che non tutte le voci del sommerso criminale potranno essere calcolate in base ai parametri di “Esa 2010”.
Bortolussi ricollega l’aumento spropositato delle denunce ricevute tra il 2009 ed il 2013 dall’Uif della Banca d’Italia, con la necessità -da parte delle organizzazioni criminali- di reinvestire i loro proventi nell’economia legale.
Quanto alla effettiva incidenza di queste attività illegali sul nostro Pil, non ci resta che attendere i dati che l’Istat dovrebbe comunicare dopo il 20 di settembre.
Moreno Morando
(30 agosto 2014)
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