Corruzione negli appalti pubblici
L'UE raccomanda: trasparenza, controlli e sanzioni
Tra le priorità La fiducia dei cittadini verso le Istituzioni democratiche e il processo globale di modernizzazione dell'Europa.
L'AVCP rende noto come nel presentare il primo “Rapporto UE sulla lotta alla corruzione”, Cecilia Malmstrom, Commissario europeo per gli Affari Interni, ha dichiarato nella conferenza stampa tenuta il 3 febbraio 2014 a Bruxelles: “La corruzione mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche e nello Stato di diritto, danneggia l’economia europea e priva gli Stati di un gettito fiscale particolarmente necessario. Gli Stati membri hanno fatto molto negli ultimi anni per combatterla, ma la relazione odierna mostra che è lungi dall’essere sufficiente. La relazione suggerisce alcune linee di intervento che auspico di poter seguire assieme agli Stati membri”.
La corruzione continua a costituire, dunque, un grave problema che interessa tutti gli Stati membri. Malgrado le molte misure prese negli ultimi anni, i risultati sono disomogenei e occorre fare di più a livello di prevenzione e repressione. E questo messaggio riguarda anche il tema centrale cui è dedicato questo primo Rapporto: la particolare vulnerabilità alla corruzione del settore degli appalti pubblici.
Per questo settore, il Rapporto si sofferma sulla rilevanza delle politiche adottate, sul composito quadro giuridico, sulle buone prassi e sulla gestione dei rischi, sulle esigenze di trasparenza delle procedure, sulla diffusione delle tecnologie, sui meccanismi di controllo, sulle sanzioni ed, infine, sulla valenza delle norme comunitarie e sulle recenti riforme delle Direttive
Proprio con riguardo alle nuove Direttive europee sugli appalti pubblici e sulle concessioni, il Rapporto rimanda ad esse per richiamare l’importanza delle norme sulla ottimale governance del settore anche con riferimento alla lotta alla corruzione, norme che costituiscono una parte importante del processo globale di modernizzazione dell’U.E.
Ci si riferisce alle disposizioni minime in tema di conflitto di interessi, alla procedimentalizzazione della fase di consultazione degli operatori economici, alla puntuale definizione delle cause di esclusione dalle gare (distinte tra facoltative e tassative), alle disposizioni in tema di contraddittorio in caso di esclusione per mancanza dei requisiti, all’inasprimento delle regole relative alla modifica ed alla scadenza del contratto, alla raccolta a livello centrale dei dati sui casi di corruzione e conflitto di interessi, nonché agli obblighi di monitoraggio e di segnalazione: norme che, in larga misura, sono frutto proprio delle preoccupazioni della Commissione europea connesse alla corruzione.
Si attenzionano nel capitolo IV del rapporto le conclusioni e le raccomandazioni rivolte agli Stati membri U.E. per la lotta alla corruzione negli appalti pubblici ovvero:
1. Necessità di un ricorso sistematico ad una valutazione dei rischi di corruzione negli appalti pubblici.
· Sviluppare delle valutazioni dei rischi da parte degli organismi di controllo degli appalti pubblici, a prescindere dalla loro natura istituzionale, con il supporto dei servizi addetti alla repressione o delle Agenzie di lotta alla corruzione / per l’integrità.
· Garantire la centralizzazione dei dati sulle pratiche e sulle tendenze rilevate in materia di corruzione, compresi i conflitti di interessi ed il c.d. pantouflage. Basare la valutazione dei rischi su questi dati aggregati.
· Elaborare, sulla base delle valutazioni dei rischi, delle misure ad hoc per quei settori che presentano una particolare vulnerabilità e per quelle tipologie di irregolarità più frequentemente individuate durante o dopo l'aggiudicazione degli appalti.
· Attuare misure anti-corruzione calibrate sulle Amministrazioni regionali
e locali. La valutazione dei rischi potrebbe anche utilmente tener conto delle debolezze proprie di questi livelli di governo.
· Elaborare e diffondere delle linee-guida comuni per l'utilizzo di sistemi di indicatori di allerta ("red-flagging“). Aiutare le Amministrazioni aggiudicatrici e gli organismi di controllo a rilevare la corruzione, i favoritismi ed i conflitti di interessi.
2. Applicazione di elevati standard per la trasparenza in ogni fase del ciclo
di approvvigionamento e durante la fase di esecuzione dei contratti.
· Stabilire norme minime comuni di trasparenza applicabili ai livelli delle Amministrazioni regionali e locali, sia per le procedure di affidamento che per la fase di esecuzione dei contratti pubblici.
· Valutare di pubblicare i dati dei contratti pubblici ovvero di garantire la pubblica informazione sui contratti, in particolare per quanto riguarda i diritti e le obbligazioni reciproche tra le parti nonché le clausole penali, a meno che ciò non sia da escludere per giustificati motivi di riservatezza oppure per determinate clausole contrattuali.
· Migliorare la trasparenza sugli appalti pubblici prima e dopo la loro aggiudicazione, attraverso la pubblicazione on-line, a tutti i livelli (centrale, regionale e locale) della pubblica Amministrazione, dei conti e dei bilanci annuali nonché dei costi per lavori, servizi e forniture. Garantire la massima trasparenza delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici gestiti da imprese pubbliche, nonché delle procedure relative ai partenariati pubblico - privato.
3. Rafforzamento dei meccanismi di controllo (interno ed esterno) in tutte le fasi del ciclo degli appalti pubblici e durante la fase di esecuzione dei contratti.
· Dotare gli organi del contenzioso amministrativo, gli organi consultivi, gli organismi di controllo degli appalti pubblici e, se del caso, la Corte dei Conti, delle necessarie capacità per lo svolgimento della loro attività di verifica.
· Rafforzare i meccanismi di controllo interno ai fini di prevenzione e individuazione delle pratiche corruttive e dei conflitti di interesse. Sviluppare un quadro metodologico solido e coerente per i controlli anti-corruzione e anti-conflitto di interessi nel corso del ciclo di vita degli appalti. In questo contesto, l'accento dovrebbe essere posto sulle procedure di affidamento degli appalti pubblici o sui livelli di governo maggiormente vulnerabili, così come su ispezioni avviate - senza preavviso - da organismi di controllo indipendenti.
· Rafforzare i meccanismi e gli strumenti di controllo relativi alla fase che segue l'aggiudicazione (fase di esecuzione dei contratti).
· Garantire un adeguato “follow up” delle raccomandazioni della Corte dei Conti concernenti irregolarità negli appalti pubblici .
· Controllare l’azionariato delle imprese concorrenti/offerenti e dei subappaltatori.
· Stabilire meccanismi di controlli adeguati riguardanti le procedure di affidamento gestite dalle imprese pubbliche, nonché quelle che concernono le iniziative di partenariato pubblico - privato.
4. Assicurare la coerenza del sistema di vigilanza; formare e sensibilizzare gli attori in campo circa la necessità di prevenire ed individuare gli atti di corruzione ad ogni livello degli appalti pubblici.
· Garantire un efficace coordinamento tra le Autorità responsabili della vigilanza degli
appalti pubblici.
· Sviluppare linee-guida dettagliate in materia di prevenzione e di individuazione delle pratiche corruttive e di conflitto di interessi nel campo degli appalti pubblici, soprattutto a livello regionale e locale, ed aumentare la consapevolezza degli attori su tali principi.
· Fornire ai Magistrati (giudici e pubblica accusa) una formazione ad hoc sugli aspetti tecnico-giuridici delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici.
5. Rafforzare il sistema sanzionatorio.
· Garantire l'applicazione di sanzioni dissuasive in caso di corruzione, di favoritismi o di conflitto di interessi negli appalti pubblici.
· Provvedere affinché siano posti in essere meccanismi di controllo efficaci che permettano di annullare in tempo utile le decisioni e/o le procedure di affidamento di appalti pubblici inquinati da fenomeni corruttivi.
La Direzione
(22 aprile 2014)
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