MAFIA A ROMA
Una Commissione per far luce sulla criminalità romana
Infiltrazioni mafiose in Campidoglio, il ministro Alfano ha dato pieni poteri di accesso agli atti del Comune di Roma al prefetto Giuseppe Pecoraro.
Associazione per delinquere di stampo mafioso, 39 ordinanze di custodia cautelare, un centinaio di indagati, un presunto giro di affari illeciti, di appropriazioni di fondi pubblici, e poi usura, affari con i rifiuti, con l'accoglienza agli extracomunitari, gioco d'azzardo, tangenti e appalti. Ormai quella portata alla luce dall'inchiesta dell'autorità giudiziaria è nota a tutti come la mafia romana.
Un sistema che fa capo ad un ex Nar, con presunti legami con la Banda della Magliana, con ambienti dell'estrema destra romana e chissà con chi altro se lo stesso Massimo Carminati oltre che con noti esponenti degli ambienti bui e criminali, poteva anche vantare frequentazioni “eccellenti”.
Un sistema appunto, sulla cui capacità di penetrare gli uffici dell'amministrazione capitolina adesso dovrà far luce una Commissione ad hoc nominata dal ministro dell'Interno Angelino Alfano che martedì mattina ha ricevuto al Viminale il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, delegandogli i poteri di accesso agli atti del Comune di Roma. Come si legge sul sito del dicastero, “spetta infatti al prefetto, ai sensi dell'articolo 143 del testo unico Enti locali, nominare una Commissione d'indagine composta da tre funzionari della pubblica amministrazione.
I componenti della Commissione saranno supportati da un nucleo di esperti appartenenti alle Forze di polizia. La Commissione accederà agli atti del comune per verificarne eventuali possibili forme d’infiltrazione o di condizionamento, di tipo mafioso o similare, tali da compromettere il regolare svolgimento dei servizi ovvero il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione comunale. La Commissione avrà il termine di tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili per una sola volta per ulteriori tre mesi, per rassegnare al prefetto le proprie conclusioni. In seguito il prefetto, entro il termine di 45 giorni dal deposito della relazione, dopo avere sentito il Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica, invierà al ministro dell'Interno gli esiti degli accertamenti”.
Dagli atti dell'inchiesta emergerebbero, quanto meno, contatti da parte degli arrestati e degli indagati con svariati enti locali, persino al Viminale, alla Prefettura e al Vaticano tramite alcune congregazioni religiose.
Giuseppe Bianchi
(10 dicembre 2014)
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