TAV
Partirà a gennaio il processo allo scrittore Erri De Luca
L'uso delle "cesoie" per tagliare le recinzioni del cantiere della TAV all'origine di una pesante accusa per "istigazione a delinquere" ai danni di Erri De Luca.
La clamorosa notizia della denuncia rivolta allo scrittore di origini partenopee Erri De Luca è stata seguita dalla decisione del gup, Roberto Ruscello, del rinvio a giudizio per "istigazione a delinquere". Lo scrittore è accusato di avere incitato alla rivolta contro la TAV nella Val di Susa nel corso di alcune sue interviste. Così De Luca su Twitter: "Mi processeranno a gennaio. Mi metteranno sul banco degli imputati e ci saprò stare. Vogliono censurare penalmente la libertà di parola. Processarne uno per scoraggiarne 100: questa tecnica che si applica a me vuole ammutolire. E' un silenziatore, va disarmato".
Le parole contestate a De Luca dai pm torinesi Andrea Padalino e Antonio Rinaudo sono le seguenti: "La Tav va sabotata. Le cesoie sono utili perché servono a tagliare le reti". Parole che - si pensava - costituivano l'elemento centrale di un presunto reato di opinione. Invece lo scrittore di Non ora, non qui dovrà rispondere di istigazione a delinquere perché "le parole di De Luca non rappresentano una semplice opinione - spiega il pm Andrea Padalino - ma hanno avuto un effetto dinamico, in quanto hanno scatenato dirette conseguenze sugli avvenimenti che le hanno seguite. Quando De Luca dichiarò all'Huffington post che 'la Tav va sabotata', voleva condizionare l'agire di altri". E aggiunge: "Lui diceva che quelle cesoie servivano. E' un purista della lingua e sa bene usare l'imperfetto. Si riferiva a un'azione passata mentre alcuni antagonisti stavano per andare a tagliare le reti. Lui dice che quell'azione deve continuare, è questo il senso di quell'imperfetto". "Dire che i sabotaggi sono necessari, dire che sono leciti, dire che la Tav non si farà. È anche grazie a queste cose che si sono poi verificate azioni illegali in Val di Susa".
Duro il commento di De Luca dai microfoni di Radio Capital: "I magistrati di Torino sono troppo impegnati a perseguitare il movimento No Tav. Ci sono più di 1000 procedimenti giudiziari a loro carico: evidentemente i giudici trascurano i piani alti. Sarebbe curioso che fenomeni di corruzione, che questa malversazione del denaro pubblico, questo sistema di appalti pilotati e di uomini corrotti che ha mosso Expo e Mose non riguardi anche la Tav. Ma qui si gode di una certa immunità, di impunità perché i magistrati si occupano di altro".
Francesco Colafemmina
(10 giugno 2014)
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