GIUDIZIARIA
Scontri in Val Di Susa, chiesti 190 anni di carcere
Sette ore di requisitoria, 53 gli imputati nel processo sugli scontri del 27 giugno 2011 quando venne sgomberato il presidio dei no-Tav .
Un totale di 190 anni di carcere per 53 persone a processo per gli scontri del 27 giugno 2011 presso il cantiere della Tav a Maddalena di Chiomonte, nella Val di Susa. Sono queste le richieste avanzate dalla pubblica accusa sostenuta dai pubblici ministeri Nicoletta Quaglino e Manuela Pedrotta al termine di una requisitoria che è durata circa 7 ore.
In aula si deve decidere sulle accuse rivolte ai manifestanti che quella mattina di tre anni fa vennero sgomberati dalle forze dell'ordine dopo giorni di occupazione del sito in cui gli operai avrebbero dovuto iniziare i lavori per la linea ferroviaria ad alta velocità, in particolare in quel punto si doveva scavare il tunnel per la Torino-Lione.
Il blitz è partito prima dell'alba con l'arrivo delle forze dell'ordine intorno alle 5. Alle 7 l'avanzata. Scontri, lanci di pietre, bottiglie bastoni da una parte, una quantità che i manifestanti definiranno “spropositata” dall'altra. Tutto per scortare all'interno due escavatori e alcuni operai della ditta appaltatrice. I no-Tav avevano realizzato barricate e blocchi che sono stati spazzati via. E' iniziato un fuggi fuggi generale tra i boschi con gli agenti all'inseguimento.
Il racconto dei quelle ore nelle parole del giornalista Giulietto Chiesa: “Sono in mezzo ai lacrimogeni, qui in Val di Susa, in un clima che in tutto ricorda il G8 di Genova. Le forze dell'ordine, forze di un ordine di tipo militare sono intervenute con un soverchiante dispiegamento di mezzi e di uomini armati”. Per il presidente della Regione Cota: “La Tav è necessaria, la Valsusa non è con i facinorosi”. Alle 11 di mattina il bilancio era di 4 manifestanti feriti, decine di intossicati dai lacrimogeni, 25 agenti che hanno dovuto essere medicati.
Giuseppe Bianchi
(7 ottobre 2014)
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