MINORENNI E SUICIDIO
Roma sotto choc, due ragazzini si gettano nel vuoto in meno di 48 ore l'uno dall'altra
Lei litiga con i genitori poco prima della partita dell'Italia, vola dal secondo piana e si salva. Lui litiga con la fidanzatina e si lancia dalla terrazza morendo sul colpo
Quell'amore sbocciato tra i banchi di scuola era divenuto un tira e molla continuo. Una situazione che lui, appena 15enne sentiva probabilmente di non riuscire a sopportare più. Così ha scelto il suicidio e l'ultimo messaggio, un sms, lo ha inviato proprio alla ragazza che amava. Potrebbe essere stato un ultimo litigio tra i due 15enne a spingere il ragazzino a salutare i genitori a cui ha detto che sarebbe uscito. Erano le 19 di ieri. E' uscito di casa, ma è salito sulla terrazza condominiale, al quarto piano del palazzo nella zona di via della Pisana e si è lanciato nel vuoto. A dare l'allarme sembra essere stata proprio la ragazzina che si era precipitata a casa del fidanzatino impaurita dall'sms appena ricevuto. Quando il personale del 118 è giunto sul luogo però ha trovato il corpo senza vita sulla rampa del garage. Non c'era più nulla da fare. Gli agenti del Commissariato Monteverde stanno ascoltando parenti e amici del ragazzino e hanno acquisito il cellulare e il testo dell'ultimo sms. A quanto è dato sapere il 15enne non avrebbe mai manifestato intenti suicidi in passato.
Le ultime 48 ore a Roma devono purtroppo registrare un altro episodio simile. Poco prima dell'inizio della sfida tra Italia e Inghilterra un’altra ragazzina ha tentato di togliersi la vita lasciandosi cadere nel vuoto dalla finestra di casa, nel quartiere della Magliana. La 16enne aveva appena avuto un’accesa discussione con i genitori davanti ad alcuni amici che avrebbero visto l'incontro di calcio a casa sua. La ragazzina, dopo il volo di quasi 8 metri è stata trasportata d’urgenza all’ospedale. Avrebbe riportato varie fratture e dovrà essere sottoposta ad un intervento chirurgico, i medici escludono il pericolo di vita. Sul caso indagano gli agenti del Commissariato San Paolo.
Vittime di bullismo, innamorati disperati, o incapaci di sopportare vergogne o pseudo fallimenti apparentemente troppo grandi, il suicidio di un minore, di un ragazzino, è sempre la sconfitta di una società. Sconfitta che dovrebbe far riflettere, a cominciare dai genitori, per arrivare a chi viene demandato (e lasciato solo in questo compito) a formare queste persone, questi uomini e queste donne di domani che però sempre più crescono in un mondo ovattato, colmo di tecnologia e di apparente onnipotenza e, a volte, anche impunità. Salvo poi non trovare alcuno strumento all'interno di sé per far fronte a fallimenti e delusioni, diverso dal suicidio. E quindi le frasi “nessuno poteva immaginare che avrebbe potuto arrivare al suicidio”, “non aveva mai mostrato intenti suicidi” assumono significati diversi, perché nessuno può purtroppo dire di conoscere i ragazzi di oggi, non si conoscono loro stessi e non si lasciano conoscere, salvo poi rileggere alcune frasi da loro lasciati sui profili dei social network che dopo la tragedia, quelle sì, assumono un significato molto diverso.
Giuseppe Bianchi
(16 giugno 2014)
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