Sanita'
Il 50% degli italiani ritiene che il ticket sia una "tassa iniqua"
Sono sempre di piu' i pazienti costretti a rivolgersi alla sanita' privata, a causa delle lunghe attese e dei ticket ritenuti troppo alti
Il documento finale dell’indagine conoscitiva sulla sostenibilità economica del Servizio Sanitario Nazionale, condotta dalle Commissioni Bilancio e Affari Sociali della Camera, evidenzia che “la spesa (sanitaria) privata ha sfondato il muro dei 30 miliardi di euro l’anno". Ne dà notizia Adnkronos Salute, rilevando che sono oltre 12 milioni, ormai, gli italiani che si rivolgono agli operatori della sanità privata.
Dalla relazione conclusiva dell’indagine delle due Commissioni parlamentari, emerge che i 30 miliardi spesi dai privati tra farmaceutica, diagnostica, cura ed assistenza, rappresentano “una percentuale rilevante della spesa sanitaria complessiva”.
Nel documento redatto dai deputati si fa presente che la spesa non si discosta molto da quella di altri Paesi europei; la differenza è costituita dal fatto che, da noi, la spesa è per la grandissima parte a carico dei bilanci familiari. Mentre all’estero è coperta in percentuale rilevante da “assicurazioni e fondi”.
Secondo l’indagine della Camera dei Deputati, i motivi della “fuga” di pazienti dal pubblico al privato vanno ricercati prima di tutto nell’applicazione del ticket che, di fatto, sta escludendo “le fasce economicamente più deboli dall’accesso alle prestazioni sanitarie; in particolare da quelle di specialistica e diagnostica”.
I dati contenuti nella relazione delle Commissioni di Montecitorio trovano conferma anche nell’indagine condotta dal Censis, secondo la quale sono sempre di più gli italiani che pagano personalmente i servizi che, di fatto, il “pubblico” non è più in grado di offrire in tempi ragionevoli. Infatti, la spesa sanitaria privata, nel 2013, è aumentata del 3% rispetto a quella del 2007.
Secondo l’Istituto di ricerca, mentre crolla il ricorso al dentista a pagamento -un milione di visite in meno tra il 2005 ed il 2012-, nello stesso periodo di tempo si registra un aumento sensibile dei pazienti che pagano interamente gli esami del sangue (+74%) e gli accertamenti diagnostici (+19%); mentre il 41% paga privatamente e per intero le visite specialistiche.
Nel frattempo, Censis segnala che la spesa per i ticket si avvicina ai tre miliardi di euro, con un aumento del 10% tra il 2011 ed il 2013. In pratica, sono ormai 12 milioni gli italiani che fanno ricorso alla sanità privata, a causa delle lunghe attese per usufruire del servizio pubblico (per il 61% degli intervistati).
Altri motivi sono poi ritenuti “la possibilità di scegliere il medico di fiducia” o anche il migliore trattamento ricevuto, rispetto alle prestazioni del SSN. Inoltre il 50% degli italiani ritiene che “il ticket sulle prestazioni sanitarie sia una tassa iniqua” e solo il 30% lo ritiene necessario, per evitare che la spesa per medicinali aumenti in modo esponenziale; il 56% lo ritiene troppo alto; mentre il 41% lo reputa giusto.
Il 41% degli intervistati pensa che la sanità pubblica “copra solo le prestazioni essenziali e tutto il resto bisogna pagarselo da soli”.
In questa drammatica situazione fotografata dal Censis emerge che gli italiani, viste le liste di attesa troppo lunghe, ricorrono sempre più spesso all’intramoenia per curarsi, vale a dire alle prestazioni erogate al di fuori dell’orario di lavoro dai medici di un ospedale, che si servono delle sue strutture a fronte del pagamento di una tariffa da parte del paziente. Secondo il Censis è pari al 12% la quota di coloro che si rivolgono a questo servizio.
Ma per il Tribunale dei diritti del malato non si tratterebbe di una scelta, ma di “una costrizione”, così risulta dal rapporto Pit-Salute di Cittadinanzattiva Tdm, dal quale risulta che il 15% degli italiani ritiene “necessario rivolgersi all’intramoenia per potersi curare”, pur ritenendola una “vera ingiustizia”. Il Tribunale dei diritti del malato segnala, infatti, che spesso -per evitare lunghe attese per esami e visite specialistiche- vengono proposte soluzioni in intramoenia in pochissimo tempo.
Moreno Morando
(23 luglio 2014)
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