Corte dei conti
Quando il lavoro fa male alla salute e da diritto alla pensione privilegiata
Lavoro usurante quello che ha compromesso l'esistenza di un sovrintendente della Polizia di Stato. I giudici contabili gli riconoscono la pensione privilegiata per la patologia cardiaca causata dallo stress subìto.
Taranto negli anni novanta sembrava un Far West. Le organizzazioni malavitose imperversavano sul territorio ionico; lo spaccio di droga, le estorsioni, le rapine, gli scippi, erano all’ordine del giorno. Molti eventi criminosi ebbero risonanza nazionale, ci furono una moltitudine di omicidi tra i componenti avversi dei clan Modeo che suscitarono l’attenzione degli alti funzionari dello Stato. L’attività della Questura diretta ad arginare tale violenza, fu particolarmente intensa, gravosa, stressante sotto l’aspetto psicologico per chi era quotidianamente sul campo, in prima linea.
A subirne le conseguenze, in particolare, fu un sovrintendente della Polizia di Stato. La ferocia e la mancanza di limiti criminali della malavita tarantina infondevano tensione e paura tra i tutori dell’ordine pubblico. Il poliziotto subì un atto intimidatorio: sotto la sua automobile fu installata e fatta esplodere una bomba. Ciò lo destabilizzò emotivamente per lungo tempo, gli cambio la vita. Stress, ansia, insonnia, spasmi erano il quotidiano, fino a quando nel 2003 fu colpito da infarto, che determinò la dispensa dal servizio.
Il riconoscimento dell’infermità a causa di servizio ebbe una battuta d’arresto. Infatti, il Comitato di verifica per le cause di servizio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nell’esprimere il parere, non riconobbe la dipendenza dei fatti di servizio come causa dell’infermità.
Adita, la Corte dei conti, sez. giuris. per la Regione Puglia, prende in esame, la reclamata dipendenza da causa di servizio delle infermità cardiaca (pregresso infarto al miocardio in soggetto già sottoposto a p.t.c.a. + stent e ipertensione arteriosa). I giudici contabili hanno ammesso che le mansioni svolte dal poliziotto “possano essere considerate assimilabili ad un fattore di rischio cronico agente in modo continuo, intenso, in grado di assumere un particolare significato di “noxa patogena”, tale da poter assurgere a vero e proprio lavoro “usurante” per l’attività cardiaca, perché determinante uno squilibrio nell’organismo a causa dell’interessamento e coinvolgimento del muscolo cardiaco rispetto ad altri distretti dell’organismo. Il servizio svolto aveva assunto un “quantum” stressogeno di notevole rilevanza medico-legale in grado di favorire concausalmente in un soggetto l’insorgenza più rapida della cardiopatia ischemica manifestatasi sotto forma di angina pectoris”.
Pertanto, si riconosce il diritto al Sovrintendente della Polizia di Stato a conseguire la pensione privilegiata anche con riferimento all’infermità cardiaca diagnosticata; gli spettano inoltre gli arretrati costituiti delle differenze dei ratei pensionistici pregressi, maggiorati degli interessi legali.
Gianmarco Sadutto
(30 luglio 2014)
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