Consiglio di Stato
Il poliziotto ferito aspetta 27 anni per ricevere il suo distintivo d'onore
Solo grazie al Consiglio di Stato viene premiato il coraggio di chi ci difende. Le Forze dell'Ordine rischiano quotidianamente la loro vita, facendo i conti con problemi concreti: criminalità, blocchi di stipendi e volanti con i serbatoi sempre più in riserva.
Dopo 27 anni il Consiglio di Stato obbliga il Ministero dell’Interno a concedere il distintivo d’onore per “ferito in servizio” all’impavido Ispettore della Polizia di Stato, ferito da una pallottola durante un’ operazione. Si trovava in servizio insieme a due colleghi, intervenuto per sventare una rapina presso un centro commerciale, nel corso dell’azione era stato “attinto all’addome” da un colpo di pistola esploso da un malvivente. Le ferite riportate avevano reso necessario un intervento chirurgico d’urgenza.
A seguito di tale vicenda, il Ministero dell’Interno aveva riconosciuto la causa di servizio e concesso in favore del ricorrente l’equo indennizzo, ma nonostante il parere favorevole espresso dall’Ufficio Sanitario Provinciale della Polizia di Stato, il Collegio Medico Legale del Ministero convenuto aveva per due volte ritenuto che l’infermità del ricorrente (ferita d’arma da fuoco addominale non penetrante organi interni) non presentasse i requisiti necessari per la concessione dello speciale distintivo d’onore di “ferito in servizio”.
“Tali circostanze – affermava il Tar Lombardia nella sentenza di primo grado – risultano del tutto incompatibili con il giudizio finale di natura tecnica recepito dall’amministrazione resistente nel provvedimento impugnato, in quanto la lesione riportata dall’Ispettore appare di per sé rivestire, anche in termini di qualificazione normativa, le caratteristiche di gravità richieste dalla norma per la concessione del beneficio”.
I giudici di Palazzo Spada confermando (con sentenza n. 4857, depositata il 27/09/2014) le conclusioni della sentenza del TAR, hanno definitivamente chiuso la vicenda. La Terza Sezione ha individuato un vizio di illogicità e di coerenza nel provvedimento impugnato che emerge nel contrasto “tra le decisioni assunte dal Collegio medico in tema di equo indennizzo e di riconoscimento di invalidità permanente e quella di diniego del riconoscimento del distintivo di onore di “ferito in servizio”. Le valutazione mediche devono pertanto necessariamente allinearsi, anche se una è rivolta a fini risarcitori del danno subito e l’altra al riconoscimento del valore delle azioni compiute in servizio”.
In conclusione, il riconoscimento del distintivo riguarda lesioni di gravità minore, che non interessano organi o determinano mutilazioni gravi. Pertanto, una ferità che ha riconosciuto l’equo indennizzo resta tale anche per il riconoscimento del distintivo di onore.
Gianmarco Sadutto
(27 settembre 2014)
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