LA BELLA ITALIA - ARTE
Castello di Lagopesole
Attribuito a Federico II, fu costruito probabilmente fra il 1242 ed il 1250.
Il Castello di Lagopesole è un castello medievale di epoca federiciana, costruito probabilmente fra il 1242 ed il 1250, situato su una montagnetta alla quota di 820 metri sul livello del mare, posta sullo spartiacque tra i fiumi Ofanto e Bradano, in Basilicata.
Sorge nel borgo di Lagopesole che, aprendosi a ventaglio sul fianco rivolto a sud della collina, fa parte del comune di Avigliano, in provincia di Potenza.
Storia
Il castello fu dimora ideale di Manfredi, figlio di Federico II, che privilegiò Lagopesole alla capitale del suo regno, Palermo.
Lo stato attuale del maniero, restaurato negli anni novanta, riflette le modifiche apportate al progetto normanno-svevo da Carlo I d'Angiò, che utilizzò il castello soprattutto come prigione di lusso (vi rinchiuse fino alla morte Elena Angelo Comneno di Epiro, moglie di Manfredi, e i suoi figli). Nell'Ottocento fu rifugio dei briganti capeggiati da Carmine Crocco, che il 7 aprile 1861 lo occupò con 400 uomini.
Il castello, oggi proprietà demaniale e sede del Corpo Forestale dello Stato, ospita numerose attività culturali e dal 2000 accoglie l'Antiquarium realizzato con i materiali medievali (foto1, foto2, foto3) rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate nel cortile minore.
Nel cortile, inoltre, è stata girata la scena del sinedrio del film “Il Vangelo secondo Matteo” (1964) di Pier Paolo Pasolini. Il regista ha utilizzato attori non professionisti scelti tra la popolazione del borgo medioevale. Nel 2012 il maniero venne scelto come set per la fiction “Il generale dei briganti” di Paolo Poeti.
Descrizione
Il castello, a pianta rettangolare, presenta due cortili: il minore, di epoca altonormanna, conserva al centro un mastio (donjon) quadrato che curiosamente è fuori asse rispetto al resto della struttura, che indica la sua anteriorità rispetto alla costruzione del castello antistante.
La torre (il Donjon), caratterizzata da una muratura bugnata nella parte superiore, fatto tipico per l'architettura sveva, fa pensare che probabilmente risalga all'epoca di Enrico VI di Svevia. Anche le due teste (un uomo e una donna) scolpite lì fanno pensare ai castelli degli Svevi nell'Alsazia, costruiti nella fine del XII secolo.
È da notare anche la compattezza dell'edificio, tipica dei castelli federiciani. Solo tre feritoie, infatti, si aprono sulle pareti sud, est ed ovest, mentre su quella nord c'è l'unico possibile accesso, a circa quattro metri dalla quota di calpestio, cui corrispondono due grandi mensole in pietra (probabili basi d'appoggio per un passaggio mobile) ed altre due mensole figurate nella parte superiore.
Il cortile maggiore, risalente all'ampliamento iniziato da Federico II di Svevia nel 1242 sui resti di precedenti costruzioni normanno-sveve (a scopo militare) ed angioine (a scopo residenziale), include una vasta cisterna ed una grande cappella.
Proprio quest'ultima è una peculiarità che contraddistingue questo castello da tutti gli altri attribuiti a Federico II di Svevia. Infatti, la presenza al suo interno di questo luogo di culto è l'unico esempio tra tutti quelli risalenti a quell'epoca imperiale.
La chiesa, in un austero stile romanico che i restauri effettuati negli ultimi anni del XX secolo hanno portato alla luce nel suo originario aspetto, ha un'abside semi circolare e l'entrata decorata con il motivo dei denti di sega, tipico dell'età angioina.
Fonte: Wikipedia
Francesco La Scaleia
(30 novembre 2015)
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