Zone di Guerra
Ultime notizie sui conflitti nel "Vicino Oriente" ed in Nord Africa
Dalla Libia, alla Striscia di Gaza, all'Iraq ed alla Siria; non c'e' pace in quelle terre, mentre la Comunita' internazionale osserva impotente
Se escludiamo la Libia -ormai in piena guerra civile- e le zone a ridosso del Kurdistan iracheno, tutti gli altri focolai di tensione e, di fatto, di guerra, si trovano -paradosso fra i paradossi- in quella che un tempo veniva chiamata “Mezzaluna fertile”.
Una zona storica del Medio Oriente che includeva la Mesopotamia, il Levante e l’Antico Egitto. Questo territorio è stato indicato dagli studiosi come “la culla della civiltà”, grazie alla straordinaria importanza che ha rivestito nella storia umana dal Neolitico all’età del bronzo e del ferro.
E’ stato proprio nelle quattro valli fertili dei quattro grandi fiumi della regione (Nilo, Giordano, Tigri ed Eufrate) che si sono sviluppate le prime civiltà agricole e le prime grandi Nazioni, a partire da quella dei Sumeri, dal V millennio a.c.
A ridosso di questi straordinari territori si stanno consumando tragedie immani, come quella dell’uccisione di almeno 500 persone appartenenti alla minoranza religiosa degli “yazidi” per mano dei miliziani dell’Isil, l’autoproclamato Stato Islamico a cavallo tra la Siria e l’iraq del Nord.
Secondo la denuncia del Ministro iracheno per i Diritti Umani Mohammad Shea al-Sudani, “gli jihadisti avrebbero sepolto vive alcune delle loro vittime, tra cui donne e bambini; altre 300 donne sarebbero state sequestrate come schiave”.
Per contrastare l’avanzata degli jihadisti guidati dal “Califfo” Al Baghdadi (quello che vuole conquistare Roma e Istanbul), sono proseguite “con successo” -secondo le affermazioni rilasciate dal Presidente USA Barack Obama- i raid americani, con la precisazione che “non ci sarà un’altra guerra nel Golfo, ma ci saranno tempi lunghi per la fine delle operazioni di contrasto all’Isil, tese ad evitare un genocidio”.
Dopo la dichiarazione di sostegno all’azione statunitense da parte di Francia e Gran Bretagna, il nostro Ministro degli Esteri Mogherini ha dichiarato che “il Governo sta valutando iniziative per difendere i civili”.
Da segnalare l’intervento dell’osservatore vaticano presso le Nazioni Unite, l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, che ha sollecitato un’iniziativa, non solo umanitaria, “per difendere i cristiani del Nord dell’Iraq”.
Intanto, in Siria prosegue senza sosta la guerra civile che ha provocato oltre 160.000 morti, un’altra grande tragedia ormai oscurata dagli altri drammi “più tragicamente attuali” che stanno insanguinando quella bellissima regione. Il Presidente siriano Assad sembra aver ripreso il controllo di una parte del Paese, ma non di quello a ridosso dell’Iraq, in mano ai miliziani dell’Isil.
Dalla mezzanotte è in vigore un’altra tregua di 72 ore fra Israele ed Hamas. Nella Striscia di Gaza, fino a questo momento, si sono contati 1.939 morti fra i palestinesi, compresi oltre 400 bambini; mentre sono 67 quelli fra le fila israeliane. Oltre tremila i razzi lanciati da Hamas contro il territorio dello Stato ebraico a partire dall’8 luglio, data d’inizio di questo ennesimo conflitto.
Una delegazione israeliana, guidata dal capo dello Shin Bet (l’agenzia di intelligence per gli affari interni di Israele) Yoram Cohen, è arrivata al Cairo da Tel Aviv per partecipare ai negoziati “indiretti” con le fazioni palestinesi, mediati dall’Egitto.
Per finire con le notizie dal Medio Oriente -e, per fortuna, almeno questa non è un’informazione “di guerra”- si segnala che Taiiyp Erdogan è il nuovo Capo dello Stato Turco, essendo stato scelto al primo turno nelle prime elezioni dirette per questa carica. Premier dal 2002 e leader del partito islamico moderato AKP, Erdogan ha come obiettivo di trasformare la Turchia in una Repubblica Presidenziale dopo le legislative del 2015, dato che al momento non gli sarebbe possibile, non disponendo della maggioranza necessaria dei 2/3 per cambiare la Costituzione.
Moreno Morando
(11 agosto 2014)
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