SCANDALO RIFIUTI
Processo "re dei rifiuti", oltre 150 richieste di costituzione parte civile
Collusioni tra imprenditoria, politica e burocrazia, la prima udienza subito rinviata al 23 giugno.
Il processo per lo scandalo della gestione dei rifiuti nella regione Lazio è subito stato rinviato al prossimo 23 giugno. Quella di giovedì è stata una udienza utile solo per fare il conto delle parti civili che saranno presenti al dibattimento su quella che si profila come una delle peggiori storie di collusioni tra imprenditoria, politica e burocrazia mai registrate (così bene) nel Lazio e con il coinvolgimento dello stesso Ente Regione. Un lungo elenco di indagati e oggi imputati eccellenti a partire da Manlio Cerroni, l’ottantaseienne imprenditore e avvocato, monopolista del settore dei rifiuti che, secondo (i pubblici ministeri Alberto Galanti, Maria Cristina Palaia e Roberto Cucchiari) e il Gip Maurizio Battistini di Roma, non avrebbe mai smesso di esercitare “un rilevantissimo potere di controllo in seno all’amministrazione pubblica, tale da far ritenere concreto e attuale il pericolo di recidiva”. E in base a queste considerazioni lo stesso giudice aveva deciso di disporre gli arresti domiciliari.
Sono 22 le persone indagate e tra questi ci sono nomi eccellenti come l’ex assessore ai Rifiuti, Giovanni Hermanin. Oltre al “re dei rifiuti a Roma da oltre 30 anni” Cerroni, c’ anche Bruno Landi già nel cda di Latina Ambiente (l’azienda che tratta i rifiuti nel capoluogo pontino, e già presidente della Regione Lazio, passando per i funzionari che agevolavano il sistema Cerroni dall’interno della Pisana, ossia Raniero De Filippis e Luca Fegatelli per arrivare alle figure di secondo piano che però hanno rivestito un ruolo efficace nell’associazione a delinquere finalizzata a truccare le regole per la gestione dei rifiuti e a garantire il monopolio al gruppo Cerroni. Indagati anche Francesco Rando, amministratore unico di imprese appartenenti al Cerroni; Piero Giovi, suo socio e stretto collaboratore; Giuseppe Sicignano, già supervisore delle attività operative svolte presso gli impianti di Cecchina; Luca Fegatelli, già dirigente dell’area rifiuti della Regione (determinante nella procedura di autorizzazione del gassificatore di Albano) e Raniero De Filippis.
Contro di loro in qualità di parti offese si sono presentati in 150. Le richieste di costituzione di parte civile saranno valutate il prossimo 23 giugno. E da Latina, da Aprilia in realtà, arriva la domanda di una società che più di tutti ha denunciato le anomalie nelle decisioni relative a discariche, tariffe e impiantistica: la Rida Ambiente di Aprilia guidata da Fabio Altissimi che chiede i danni a uno solo degli imputati, il dirigente Fegatelli che firmava direttamente gli atti che ledevano la concorrenza a discapito di Rida. Al suo fianco il Ministero dell’Ambiente, Regione, Campidoglio, i Comuni di Anzio, Pomezia, Genzano, Ariccia, Nemi, Albano e Castel Gandolfo, le associazioni Codici, Wwf Italia, Legambiente, Raggio verde, Ambiente è vita e circa 140 cittadini della Valle Galeria (l’area dove insistono la discarica di Malagrotta e i due Tmb di Cerroni). Poi ancora: Fiumicino e un comitato di 17 cittadini dei Borghi Bainsizza e Montello (Latina), rappresentati dall’avvocato Giulio Vasaturo, che chiedono di essere risarciti per aver dovuto sopportare un danno ambientale e forse anche sanitario a causa dei reati commessi dagli imputati in associazione tra loro e Borgo Montello (zona di Latina dove c’è una discarica di proprietà della galassia Cerroni).
Ha fatto invece molto “rumore” l’assenza in aula della Provincia di Roma la cui richiesta di costituzione di parte civile è stata presentata da parte di Giuseppe Rossodivita, avvocato ed esponente della direzione nazionale dei Radicali».
Giuseppe Bianchi
(7 giugno 2014)
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