Confronto sul Jobs act
Renzi sfida la minoranza PD : il Governo porra' la questione di fiducia al Senato
Probabilmente sara' presentato un maxiemendamento al ddl sulla riforma del lavoro, che dovrebbe recepire alcune delle modifiche approvate in direzione PD, ma senza impegni specifici sul reintegro.
Il Consiglio dei Ministri ha deciso di porre la questione di fiducia a Palazzo Madama sulla riforma del lavoro. In giornata la minoranza del PD si era fatta viva con Stefano Fassina, che aveva giudicato l’eventuale scelta della fiducia un errore politico. Anche Boccia, Damiano e Civati si erano espressi in maniera molto critica, ma il Premier è andato avanti per la sua strada.
Con ogni probabilità si sceglierà la soluzione di un maxiemendamento al Jobs act, che dovrebbe contenere una parte del documento approvato nella Direzione del Partito Democratico, anche se sembra escluso qualunque riferimento preciso al reintegro per i licenziamenti discriminatori e per motivi disciplinari, lasciando il posto ad una sorta di dichiarazione di intenti del Ministro del Lavoro Poletti, contenente un impegno a risolvere la questione nei successivi decreti delegati.
Questa soluzione consentirebbe, nelle intenzioni del Governo, di superare i reciproci veti tra la minoranza PD e l’alleato del NCD di Alfano, che ha posto da mesi la questione del superamento dell’art.18. L’assemblea dei senatori del PD deciderà la posizione da assumere in Aula, ma al momento solo i civatiani sembrerebbero orientati a non votare la fiducia.
Nella mattinata di martedì il Presidente del Consiglio si incontrerà con Cgil, Cisl, Uil e Ugl alle 8; mentre alle 9 incontrerà i rappresentanti delle imprese. Per quanto riguarda, in particolare, la questione del Tfr in busta paga, sembra farsi strada l’ipotesi di far scegliere i lavoratori. Su questa linea si è già detto d’accordo Alfano, mentre la Cisl si è detta disponibile, a patto che il Governo garantisca che l’operazione sia fatta “a tassazione zero”. Restano aperte, naturalmente, le problematiche relative alla “liquidità”, segnalate dagli imprenditori.
Sugli altri temi in discussione (contratti aziendali, legge sulla rappresentanza sindacale e salario minimo) le distanze, soprattutto con la Cgil, sembrano veramente ancora molto grandi. Anche oggi Susanna Camusso ha ribadito le posizioni della sua confederazione, paragonando nuovamente Matteo Renzi a Margareth Thatcher e ricordandogli che “il sindacato italiano è sempre pronto al confronto ma anche al conflitto”.
Moreno Morando
(6 ottobre 2014)
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