Mercato del Lavoro
Renzi: "il sistema tedesco e' un modello da imitare"
Presentando il programma dei "mille giorni" il Premier ha elogiato la Germania, in particolare sul mercato del Lavoro.
La presentazione, da parte di Matteo Renzi , del programma dei “mille giorni” non ha riservato grandi sorprese, con l’annuncio della volontà di confermare gli “80 euro” ed, anzi, di allargare la platea rispetto a chi già ora ne usufruisce. Il Premier ha promesso: “in mille giorni cambiamo l’Italia. Giudicatemi nel 2017.” In questo periodo di tempo conta anche di mettere a disposizione altri 1.000 asili nido.
L’unica vera novità del suo intervento, rispetto alle posizioni già conosciute, è la grande apertura di credito verso la Germania. In particolare, il Presidente del Consiglio ha dichiarato: “dobbiamo smettere di parlarne male, perché la Germania -in particolare sul Lavoro- è un modello non un nemico”. Ha poi lodato il sistema delle scuole di Berlino e lo snellimento della burocrazia che sono riusciti a mettere in atto.
Sul tema del Lavoro Renzi ha affermato che “il contratto a tutele crescenti è uno strumento sul quale ci può essere un’ampia maggioranza”; ha anche precisato che con la delega si riuscirà a riscrivere lo Statuto dei Lavoratori e a cambiare l’attuale sistema degli ammortizzatori sociali”. Ha anche precisato che “sull’art. 18 il problema non c’è mai stato perché riguarda 3.000 persone”.
Ha sorpreso alcuni analisti la particolare sottolineatura e il grande apprezzamento per il sistema tedesco, che probabilmente il Premier intende prendere come esempio da imitare anche in Italia. Giuliana Ferraino sul Corriere della Sera ha analizzato le caratteristiche delle misure introdotte dal Governo guidato dal socialdemocratico Gerhrard Schroeder, che riuscì nell’intento di trasformare completamente il mercato del lavoro in Germania, anche se alcune scelte impopolari gli costarono la cancelleria.
Il risultato, tuttavia, è sotto gli occhi di tutti. Nel 2003 la situazione della Germania riunita era molto preoccupante, con oltre 5 milioni di disoccupati. Oggi ha una tasso di disoccupazione che non supera il 5,1% (solo l’Austria fa meglio con il 5%), mentre in Italia siamo al 12,6.
La disoccupazione giovanile tedesca si ferma al 7,8%; nel nostro Paese si attesta al 43,7%. Secondo gli analisti il segreto delle misure adottate anni fa dal Governo di Berlino sta nell’aver introdotto flessibilità in un mercato del lavoro particolarmente rigido, modificando completamente il sistema dei servizi all’impiego e introducendo forme di sostegno, legate anche all’obbligo di formazione, a chi rimane senza lavoro.
In Germania solo il 5% dei dipendenti licenziati si rivolge al giudice per essere reintegrato e, fra questi, solo il 3% riescono ad ottenerlo. Secondo gli esperti, la bassa disoccupazione giovanile è dovuto principalmente all’ottimo sistema di formazione professionale che caratterizza il sistema tedesco, una sorta di “mix tra teoria e pratica”, che non impedisce di proseguire gli studi, ma nello stesso tempo ti consente di fare esperienza pratica ed essere quindi pronto all’inserimento nel mondo del lavoro.
Tutto questo, come si è detto, ha richiesto scelte politiche impopolari e difficili e la conseguente rinuncia al proseguimento della carriera politica da parte del Cancelliere (Shoroeder) che ha guidato la svolta.
Moreno Morando
(2 settembre 2014)
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